Ovada è una piccola città di circa 11 mila abitanti in provincia di Alessandria. Il centro abitato si sviluppa nei pressi della confluenza tra due torrenti: l’Orba ed il suo affluente, lo Stura di Ovada. La cittadina è perciò adagiata su un fondovalle a 186 m s. l. m. ai piedi dell’Appennino Ligure: qui ci troviamo nelle propaggini più meridionali dell’Alto Monferrato.

Il particolare contesto orografico in cui si trova, conferisce alla città un microclima unico in occasione di eventi perturbati freddi durante la stagione invernale: i settori di fondovalle e di bassa collina dell’Ovadese, compresi tra 150 e 350 metri, sono i più nevosi in assoluto a parità di quota di tutta Italia. Intorno ai 250/300 m di altitudine si raggiungono accumuli medi annui di neve fresca pari ad un metro. “Tali sorprendenti quantità di neve ad altitudini così basse sono attribuibili ad una particolare dinamica atmosferica che sotto le precipitazioni intense favorisce l’abbassamento dell’isoterma 0°C (“effetto-valle”) entro la bassa Val Tanaro e le valli Bormida, Orba e Scrivia, e contemporanemente all’esaltazione delle precipitazioni per il sollevamento orografico forzato delle correnti umide da Nord-Est richiamate da depressioni sul vicino Golfo Ligure: ciò si traduce in una maggior persistenza e abbondanza delle nevicate, in situazioni in cui altrove, soprattutto a Nord del Po, alle stesse quote lo scirocco in risalita dall’Adriatico ha già trasformato la neve in pioggia” (Nimbus 77, pag. 68).

Si tratta di una situazione del tutto analoga a quella che si crea nel Cuneese nella zona del Cebano: la città di Ceva, posta sul fondovalle del fiume Tanaro a 388 m d’altitudine, è ancor più nevosa della vicina Cuneo (situata ad una quota più elevata, intorno a 550 m) e ciò è dovuto alla resistenza, qui più che altrove, di un coriaceo strato d’aria fredda incastrato in questa conca situata tra Langhe, Appennino ed Alpi Liguri.

 

Qualità dei dati e consistenza della serie

Nel giugno 1913 l’allora Ufficio Idrografico del Po installò ad Ovada un modesto osservatorio meteorologico: fu collocato alla quota di 187 m s. l. m. nei pressi del centro storico. In questo studio verranno analizzati i dati relativi all’altezza della neve fresca (HN): si tratta di un parametro annotato sui registri ufficiali che all’epoca venivano inviati a cadenza mensile dall’osservatore all’Ufficio Idrografico. I registri non sono mai stati digitalizzati, perciò non si trovano online se non per pochi valori parziali ricavabili dalle tabelle riassuntive caricate nel progetto “Annali” sul sito dell’Ispra Ambiente (http://www.acq.isprambiente.it/annalipdf/). Per questo motivo le schede originali sono state reperite dall’autore di questo studio nell’archivio dell’Arpa Piemonte a Torino in Via Pio VII, dove oggi sono conservate.

Esempio di registro mensile dell’Ufficio Idrografico del Po: in questa scheda originale del dicembre 1933 è possibile vedere come venivano annotate le varie osservazioni effettuate ad Ovada in quegli anni. Sulle colonne di sinistra vengono indicati “ora dell’osservazione” (quasi sempre alle ore 9) e “stato dell’astmofera e direzione del vento”, mentre sulle colonne a destra vengono annotate “altezza in mm della pioggia e neve fusa” misurata tramite un pluviometro e “altezza in cm della neve sul suolo” (colonna circondata di rosso) misurata manualmente dall’osservatore ogni 24 ore: il dicembre 1933 fu caratterizzato da due tra le più abbondanti nevicate di tutta la serie, tanto che caddero prima 70 cm nell’evento del 13-15/12 e poi 75 cm tra il 27 e 29/12. Il mese fu il più nevoso della serie totalizzando 159 cm per 7 giorni di neve, inoltre il manto nevoso durò al suolo per 27 giorni consecutivi, dal 4 al 31 dicembre.

I dati disponibili coprono un periodo che va dal 1913 al 2000: per ovviare ad alcune lacune presenti soprattutto tra anni ’40 e ’60 sono stati utilizzati i dati di Belforte Monferrato (337 m), 2.5 km circa a sud-est di Ovada. Tra il 2001 ed il 2006, a seguito della dismissione dello storico osservatorio, si è ovviato alla mancanza di rilevazioni eseguite in loco stimando i quantitativi di neve fresca caduti sul singolo evento (da cui sono stati poi ricavati i totali mensili ed annuali) attraverso cronache locali, dati reperiti sul forum Meteonetwork e dati di precipitazione e temperatura della stazione meteorologica ARPA di Ovada. Dall’inverno 2006/07 sono nuovamente disponibili misurazioni effettuate in città, gentilmente concesse da Matteo Robbiano: il sito di misura è paragonabile a quello dello storico osservatorio dell’Ufficio Idrografico e la quota altimetrica è di 186 m. s. l. m. Per i periodi compresi tra ottobre 1913 e novembre 2008 e tra ottobre 2019 ed aprile 2020 sono disponibili i dati a cadenza giornaliera, mentre per gli inverni tra il 2008/09 ed il 2018/19 sono disponibili i soli totali dalla neve fresca caduta a livello stagionale.

Normalmente negli osservatori afferenti all’Ufficio Idrografico il rilevamento veniva svolto una volta nell’arco di 24 ore, spesso ad un orario prefissato del giorno (di solito alle ore 8/9 di mattina). Così avvenne anche ad Ovada, tuttavia nel corso degli anni i metodi di misura non furono sempre gli stessi: i diversi osservatori che si succedettero tra il 1914 ed il 2000 in alcuni casi rilevarono l’altezza della neve fresca giornaliera (HN) ed in altri l’altezza del manto nevoso (HS). Per questo motivo, laddove necessario, l’altezza della neve fresca giornaliera è stata ricavata calcolando la differenza tra le misurazioni del manto nevoso effettuate ogni 24 ore. Sarebbe stato troppo complesso omogeneizzare tra loro i dati ottenuti con le due modalità differenti, ma va tenuto in considerazione che “questo metodo in cui la neve fresca viene considerata pari all’incremento del manto rispetto al giorno precedente, durante le nevicate prolungate può indurre parziali sottostime a partire dal 2° giorno per via dell’assestamento del manto nevoso, tuttavia tale effetto è trascurabile a bassa quota” (Nimbus n°72, pag. 34). Per correttezza l’autore di questo studio ha voluto raccogliere nella tabella sottostante i vari metodi di misura ed i diversi osservatori che si sono succeduti dal 1914 ad oggi.

Tra il 1914 ed il 2000 più volte vengono alternate due diverse modalità nella misura della neve caduta, anche se per lo più possiamo distinguere due periodi principali in cui ciò avviene: il primo, tra il 1927 ed il 1965, in cui la meteora veniva misurata come “HN/24 h”, che sta ad indicare l’altezza della neve fresca depositata al suolo su una superficie ripulita nell’arco di 24 ore, ed il secondo, tra 1966 e 2000, in cui la meteora veniva misurata come “HS/24 h”, che sta ad indicare l’incremento del manto nevoso in 24 ore. Negli anni recenti, dal 2007 ad oggi, la neve è stata misurata con una modalità differente dalle due precedenti, ovvero come “HN/evento” che sta ad indicare l’altezza massima raggiunta dalla neve fresca in un singolo evento. Non essendo molti gli episodi nevosi che durano consecutivamente per più di 24 ore, questo modalità è paragonabile al metodo “HN/24 h”.

 

Evoluzione della nevosità nell’ultimo secolo e distribuzione delle nevicate

Considerando la serie nella sua interezza (1914-2020) cadono mediamente 80.7 cm di neve ad Ovada. Per analizzare la distribuzione delle nevicate mese per mese prendiamo in considerazione la media del periodo 1914-2000, data la parziale assenza nell’ultimo ventennio dei dati a cadenza mensile: in questo arco temporale di 87 anni cadono mediamente 34.7 cm a gennaio, 20 cm a febbraio, 18.6 cm a dicembre, 6.2 cm a marzo, 2.7 cm a novembre, 0.3 cm ad aprile e 0.2 cm ad ottobre.

Nell’ultimo secolo la tendenza è volta ad una diminuzione degli apporti nevosi, pari al -27.7%/107 anni. Analizzando il grafico sottostante è possibile notare un primo importante calo della nevosità in corrispondenza degli anni ‘20 del Novecento (minimo di 5 cm nel 1924-25), seguito da un aumento tra gli anni ‘30 e ‘40 (picchi di 190 cm nel 1933/34, 200 cm nel 1940/41 e 247 cm nel 1946/47). Dopo un calo meno marcato tra anni ‘50 e ‘60, nel periodo seguente avviene una nuova ripresa (picchi di 228 cm nel 1977/78 e 195 cm nel 1985/86). A questo punto, dalla fine degli anni ‘80, ha inizio un drastico calo dei totali annui che trova riscontro in tutte le altre serie nivometriche della Pianura Padana: ciò è dovuto soprattutto a due inverni consecutivi completamente privi di neve come mai era successo prima (1988/89 e ‘89/90 sono le uniche due stagioni della serie a non aver registrato nevicate con accumulo). Durante gli anni ‘90 trova conferma questa diminuzione, tanto da risultare il decennio meno nevoso in assoluto dall’inizio della serie con 40 cm. Tuttavia, a partire dal 2003/04, seguirà un periodo di dieci anni molto nevoso (interrotto solo dal 2006/07 con appena 1 cm): qui più che altrove in Pianura Padana si ha un sensibile aumento degli apporti nevosi, tanto che il decennio 2001-10 con 90.9 cm risulta essere il 4° più nevoso della serie (dopo gli anni ’40, ’70 e ’30) ed il 2009-13 il periodo di 5 anni consecutivi con più neve di tutta la serie. Questo è dovuto in larga parte all’eccezionale accumulo della stagione 2008/09 (270 cm). Successivamente, dall’inverno 2013/14 ad oggi, si è registrata una serie di 7 stagioni consecutive con apporti inferiori alla media, culminata con il recente 2019/20 che ha totalizzato appena 6 cm (5° inverno meno nevoso della serie).

Andamento dei totali di neve fresca caduti nell’anno idrologico (periodo ottobre-settembre che racchiude la stagione invernale padana) dal 1914 al 2020 ad Ovada (AL, 186 m). La linea tratteggiata nera indica la media dell’intero periodo analizzato (80.7 cm), la linea rossa sottile indica la tendenza, mentre la linea rossa più spessa rappresenta la media mobile sui 5 anni. Appare netta la tendenza alla diminuzione degli apporti nevosi (-27.7%/107 anni), visibile soprattutto a partire dalla fine degli anni ’80.

La nevosità negli ultimi 30 anni è calata di quasi un terzo (-30%) rispetto al trentennio precedente: se nel periodo 1961-90 cadevano mediamente 88.2 cm, tra il 1991 ed il 2020 sono attesi solo più 61.7 cm. Per capire quanto fosse elevata la quantità di neve fresca mediamente attesa ogni anno ad Ovada, basta pensare che nel Novecento la nevosità della cittadina alessandrina era paragonabile a quella di Aosta (a 550 m su fondovalle alpino): nel settantennio 1921-90 infatti cadevano mediamente 88.2 cm nel capoluogo aostano e 88.7 cm ad Ovada. Negli ultimi 30 anni il calo degli apporti nevosi ha riguardato maggiormente le basse quote ed è per questo che oggi la neve attesa ad Ovada è minore rispetto alla quantità che mediamente cade ad Aosta.

Andamento delle medie dell’altezza della neve fresca (HN) caduta ad Ovada nei vari trentenni a partire dal 1921-50 fino ad arrivare al recente 1991-20: è possibile notare un marcato calo degli apporti nevosi tra ’61-90 e ’71-00 la cui tendenza continua ancora oggi.

 

I grandi inverni e le nevicate più abbondanti

In oltre un secolo di misurazioni, dal 1914 ad oggi, la stagione invernale più nevosa è stata il recente 2008/09 con 270 cm caduti: questo dato appare davvero incredibile considerando il periodo poco nevoso all’interno del quale esso si è verificato, il valore infatti corrisponde a più di 4 volte la media dell’ultimo trentennio (1991-20: 61.7 cm). Purtroppo non sono disponibili i dati dei singoli eventi, fatta eccezione per lo straordinario episodio del 28 novembre 2008: in quell’occasione in appena 15/18 ore caddero 52 cm ad Ovada. L’evento fu storico per l’alessandrino di pianura, mai aveva nevicato tanto a novembre: ad Ovada l’episodio fu probabilmente paragonabile a quello del 23-25 novembre 1895 (che tuttavia ebbe una durata maggiore) in cui caddero 60 cm (Bullettino Mensule 1892-99, pag. 486). Il novembre 2008 totalizzò 58 cm e superò di gran lunga il precedente record mensile di 28 cm che apparteneva al 1947.

L’evento del 28/11/2008 e l’inverno 2008/09 non sono i soli ad aver registrato accumuli da record nell’ultimo ventennio ad Ovada: degno di nota è anche l’episodio del 3/3/2005 in cui caddero 50 cm, superando ogni precedente primato per il mese di marzo. 

L’eccezionale nevicata del 28 novembre 2008 ripresa nel quartiere Orti ad Alessandria quando aveva raggiunto uno spessore di 30 cm caduti nelle precedenti 10 ore (foto Matteo Robbiano).

Pur avendo pochi dati parziali sulla neve nella zona del Basso Alessandrino nel periodo antecedente al 1914, possiamo affermare che il 2008/09 ad Ovada sia stato l’inverno più nevoso in assoluto da oltre un secolo. Nel lontano 1894/95, celebre stagione ricordata dalle cronache per le eccezionali nevicate nel mese di gennaio sul Piemonte, caddero 260 cm nella vicina Novi Ligure (18 km a nord-est di Ovada): è probabile che l’accumulo raggiunse i 3 metri sull’Ovadese di fondovalle. Quella fu anche la stagione più nevosa a Cuneo (356 cm) dall’inizio della serie storica nel 1878 ad oggi.

I dieci inverni più nevosi dell’ultimo secolo ad Ovada: sono 4 le stagioni con totali pari o superiori ai 2 metri di neve fresca. 

L’episodio nevoso più abbondante corrisponde all’evento del 10/11 febbraio 1978 in cui caddero 90 cm: in quell’occasione lo spessore della neve in città raggiunse l’eccezionale altezza di 130 cm, mai misurata dal 1914. La stagione invernale del 1977/78 fu la 3° più nevosa della serie (228 cm) e quella in cui il manto nevoso al suolo durò più a lungo: furono infatti 99 i giorni di copertura continua, compresi tra 21 novembre e 27 dicembre e tra 12 gennaio e 14 marzo.

Pur avendo pochi dati parziali sulla neve nella zona del Basso Alessandrino nel periodo antecedente al 1914, possiamo affermare che la nevicata del 10-11 febbraio 1978 sia stata la più copiosa dal gennaio 1895: in quel mese tra il 13 ed il 15 vennero misurati 127 cm nella limitrofa Novi Ligure.

Le dieci nevicate più abbondanti degli ultimi 107 anni ad Ovada: il primato spetta all’episodio del 10-11 febbraio 1978 in cui caddero 90 cm, ma subito dopo troviamo il più recente evento del 29-30-31 gennaio e 1 febbraio 1986 con 80 cm; diversi sono gli episodi tra 60 e 70 cm, tra cui una nevicata avvenuta nel nuovo millennio (26-28 gennaio 2006 con 70 cm).

Lo spessore della neve durante l’episodio del 26-28 gennaio 2006 raggiunse i 70 cm ad Ovada: si trattò della 4° nevicata più intensa di tutta la serie (dal 1914 ad oggi), a pari merito con quella del 13-15 dicembre 1933 (foto: “L’Ancora”).

 

Nevicate precoci e tardive

Nel periodo 1914-2020 la nevicata più precoce corrisponde al 27 ottobre: in due diverse occasioni nevicò in questa data, nel 1946 con 7 cm e nel 1979 con 10 cm. Si tratta degli unici due eventi con accumulo ad ottobre rilevati ad Ovada nell’ultimo secolo. La nevicata più tardiva corrisponde al 20 aprile 1954 con 8 cm, ma non si tratta della più abbondante nel mese di aprile: nel recente 15/4/1998 caddero 10 cm in città. Si conta solamente un altro episodio con accumulo ad aprile, il 3/4/1931 (5 cm).

Stralcio di una pagina del quotidiano La Stampa in data 28 ottobre 1979 all’indomani della precoce nevicata che coinvolse parte delle pianure piemontesi: in foto l’abbondante accumulo a Gavi (AL). 

 

CLICCA QUI PER SCARICARE LA SERIE NIVOMETRICA DI OVADA (1914-2020)

 

Analisi a cura di Paolo M. Faggella

Add Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Vai alla barra degli strumenti