Durante la giornata dell’8 luglio una violenta fase temporalesca colpisce il nord-ovest, con nubifragi, grandinate e crollo delle temperature; sulle zone di confine la neve torna a imbiancare le cime dai 2500 m, mentre un tornado EF0 viene osservato nel cuneese. Nel Basso Piemonte il peggioramento si organizza con tre distinti passaggi: in questo breve articolo troverete un’analisi dell’evento, con foto e dati salienti.

Carta dei geopotenziali a 500 hPa (scala colorata in basso) e della pressione al livello del mare (isobare bianche): una vasta saccatura di origine atlantica affonda sul Mediterraneo Occidentale andando ad interessare il Nord-Italia. A causa dell’afflusso di aria più fredda in quota si vengono a creare forti contrasti termici che favoriranno lo sviluppo di violenti temporali in grado di produrre rovinose grandinate (chicchi fino a 4/5 cm nell’Astigiano e 8/10 cm nel Milanese).

Il CAPE (Convective Available Potential Energy, cioè energia potenziale convettiva disponibile) raggiunge valori molto elevati di 2500 J/kg (colore fucsia) sul versante sudalpino nelle prime ore del pomeriggio di giovedì 8 luglio 2021: questo indice temporalesco fa presagire la possibilità di temporali molto intensi con rischio di grandine di medio-grosse dimensioni.

Primo passaggio temporalesco: violente grandinate fra nord Astigiano e Casalese con chicchi fino a 4-5 cm di diametro

Animazione radar Kackelmann della prima passata temporalesca: le celle nascono in corrispondenza della città di Asti, probabilmente per l’attivazione della convergenza con i venti di marino (nel primo pomeriggio si registrano raffiche fino a 50-60 km a sud del Tanaro) e muovono verso nord, andando incontro ad un deciso aumento di intensità.

Analisi radar Kackelmann delle grandinate: si notano diverse aree fra nord Astigiano e Val Cerrina con una colorazione rossa, corrispondente a chicchi di dimensione pari a 2-4 cm.

Nonostante il passaggio anche di un secondo temporale nelle ore successive, gli accumuli pluviometrici non raggiungono valori particolarmente elevati su queste aree; per citare qualche dato: 54.6 mm a Moncalvo (AT), 38.6 mm a Murisengo (AL), 37.8 mm a Cuccaro (AL), 35.8 mm a Crea (AL), 33.0 mm a Buttigliera d’Asti (AT), 30.8 mm a Villanova d’Asti (AT), 30.2 mm a Vezzolano (AT), 27.8 mm a Castelnuovo Don Bosco (AT).

E’ invece la grandine a creare i maggiori disagi, con ingenti danni a coltivazioni e agli edifici, a causa della dimensione davvero notevole dei chicchi:

La dimensione dei chicchi a Calliano (AT, foto di Michelle e Francesco Dona dal nostro gruppo Telegram).

Confronto tra un chicco di grandine e un grappolo di uva a Cereseto (AL, foto di Eleonora Ceresa).

La dimensione dei chicchi a Moncalvo e Tonco (AT, foto di Alfredo e Lorenzo dal nostro gruppo Telegram).

Secondo passaggio temporalesco: maestosa shelf-cloud sul Monferrato e Tornado landspout EF0 a Cavallermaggiore (CN)

L’entrata del fronte freddo in quota genera anche una linea di temporali tra Torinese e Cuneese in evoluzione verso nord-est sul Piemonte Centro-Orientale; essi transiteranno poi sull’astigiano occidentale e settentrionale, lambendo anche Asti ed esaurendo la propria corsa sul Casalese:

Animazione a cura del Radar Arpa Piemonte della seconda passata temporalesca; si noti come anche Asti risulti in parte coinvolta, sebbene il clou dei fenomeni rimanga appena a nord del capoluogo.

 

Una di queste celle temporalesche nei pressi di Cavallermaggiore (CN) produce una nube ad imbuto che tocca il suolo per alcuni minuti. E’ stato così possibile classificare il vortice a tutti gli effetti come un tornado (o tromba d’aria).

Il tornado nelle campagne di Cavallermaggiore (CN) fotografato da Elvio Tavella.

Foto di Edoardo Gili.

Foto di Elena Gullino.

Si è trattato di un tornado landspout (cioè non associato ad un mesociclone, ovvero non prodotto da una supercella) e classificabile sulla scala Enhanced Fujita come EF0, in cui le velocità del vento all’interno del vortice sono stimabili tra 105 e 137 km/h. La classificazione è stata possibile grazie alle foto che ci sono giunte dal luogo in cui il tornado ha effettuato un “touchdown”: il suo percorso è stato breve ed ha interessato in prevalenza campi di granoturco tra le frazioni Foresto e Madonna del Pilone con lievi danni riscontrabili nei pressi di un capannone le cui coperture sono state in parte divelte e per la caduta di alcuni alberi di grosso fusto.

In questa foto è possibile riscontrare il percorso della tromba d’aria all’interno di un campo di granoturco (la freccia indica la direzione di spostamento del tornado): ben visibile l’area ristretta interessata dal vortice in cui le piante di mais sono state piegate dalla forza del vento, mentre poco più in là, sullo sfondo, risultano ancora in piedi.

In questo scatto è ben visibile il passaggio del tornado in questo campo di granoturco (indicato con una freccia gialla) e la direzione del vento circolare (frecce rosse) attorno al vortice tradita dalle piante di mais piegate in direzioni differenti (foto: Pagina Facebook Meteocn-Cuneo&Valli, elaborazione grafica Dati Meteo Asti).

Albero di grosso fusto divelto dal passaggio del tornado che ha probabilmente raggiunto velocità comprese tra 105 e 137 km/h (foto: Pagina Facebook Meteocn-Cuneo&Valli).

Albero di grosso fusto divelto dal passaggio del tornado che ha probabilmente raggiunto velocità comprese tra 105 e 137 km/h (foto: Pagina Facebook Meteocn-Cuneo&Valli).

 

Di seguito un breve filmato con le testimonianze dell’avvenuto touchdown del tornado:

 

Qual è la differenza tra tornado (o tromba d’aria) e downburst?

Ricordiamo che i termini tornado e tromba d’aria sono sinonimi ed il secondo altro non è che la traduzione italiana del primo. Spesso il termine tromba d’aria viene erroneamente associato al forte vento in grado di causare danni, ma così non è perchè si è in presenza di un tornado solo se si manifesta una nube ad imbuto che si condensa intorno ad un vortice. Un tornado non va confuso con il fenomeno del downburst, la cui traduzione letterale in italiano è “scoppio verso il basso”, che descrive le raffiche di vento in discesa dalla nube temporalesca. L’importante differenza alla base dei due fenomeni è dettata dalla direzione che assume la ventilazione: nel caso di una tromba d’aria il movimento del vento è rotatorio e si manifesta con la caratteristica nube ad imbuto che si protende dalla base del temporale fino a toccare il suolo, mentre nel caso del downburst la raffiche di vento sono lineari e nessuna nube si condensa attorno ad esse. Entrambi i fenomeni sono in grado di produrre raffiche molto violente e causare gravi danni, ma ben diversa è l’estensione dell’area colpita: per un downburst può essere molto estesa e coprire decine di chilometri quadrati, mentre nel caso di un tornado è ristretta perchè riguarda solo l’area toccata dal percorso del vortice che normalmente non è più largo di poche centinaia di metri. Quindi un downburst può essere potenzialmente più dannoso di un tornado, nonostante le velocità siano inferiori: nel primo caso possono raggiungere 150-200 km/h, nel secondo invece possono superare anche i 300-400 km/h.

Nel frattempo sul Monferrato transita una splendida Shelf-Cloud, associata a forti raffiche di vento fino a 70-80 km/h. Abbiamo deciso di riproporre gli scatti migliori di seguito:


L’arrivo della shelf-cloud o nube a mensola su Cortanze (AT, foto di Giosuè Crivelli dal nostro gruppo Telegram).

Visuale da Piovà Massaia (AT, foto di Melania dal nostro gruppo Telegram).

L’arrivo della shelf-cloud su Asti immortatala dalla collina di Viatosto (foto di Luca Leucci).

Tre spettacolari vedute da Calliano (AT, foto di Laura Canaparo dal nostro gruppo Telegram).

La shelf-cloud immortalata da Grazzano Badoglio (AT, foto di Stefano Girola).

 

Terzo passaggio temporalesco tra sud Astigiano e basso Alessandrino
Una volta che i temporali sui settori settentrionali si sono esauriti, fra tardo pomeriggio e sera si attiva una nuova linea temporalesca tra Langhe e sud Astigiano, in movimento verso l’Alessandrino; l’energia in gioco è ancora elevata, consentendo grandinate di medie dimensioni anche su queste aree:

Animazione radar Arpa Piemonte del terzo e ultimo passaggio temporalesco della giornata: si nota una intensa linea temporalesca estendersi fra Astigiano centro-meridionale e Langhe, in movimento verso l’alessandrino.

Ingenti accumuli di grandine a Mombaldone (AT, foto di Mariangela Bonifacio dal nostro gruppo Telegram).

Insolita grandinata e crollo della quota neve sui confini in Valle d’Aosta
Mentre il basso Piemonte era alle prese con i forti temporali e grandinate, anche sulla Valle d’Aosta insistevano forti rovesci e temporali; la regione beneficia di un passaggio diffuso, con un picco precipitativo osservato fra Valtournenche e testata valliva della Valle di Ayas, tra Cervino e Rosa.

Accumuli di pioggia rilevati dal Centro Funzionale della Valle d’Aosta in 48 ore: si noti il picco di 50-60 m proprio sulla Valtournenche, a causa dei forti fenomeni che hanno insistito in loco.

Intorno alle 14 un forte temporale transita su queste aree con una grandinata estesa e chicchi fino a 1.5/2 cm in Valtourneche, come raramente si può apprezzare in alta montagna.

Una fitta grandinata imbianca l’abitato di Cervinia, a 2000 m (foto di Marco Milani e Valle d’Aosta Immagini ed Emozioni).

Le forti precipitazioni, che insisteranno fino a serata inoltrata, consentiranno un deciso calo della quota neve fin verso i 2500 m proprio tra Cervino e Rosa: la stazione meteo posta al lago Goillet a 2541 m registra una minima di +1.4°C alle ore 16, -0.6°C a Morgex Lavancher nella zona occidentale a 2842 m.


Scatto della webcam di Plan Maison sopra Cervinia (AO) a poco meno di 2600 m: si nota l’accumulo di grandine e neve depositato durante il temporale.


In serata le nubi cominciano a sollevarsi lasciando facilmente intendere il limite della neve intorno ai 2500-2600 m a Cervinia (foto di Marco Milani).

Spettacolare risveglio da Plateau Rosà il 9 luglio 2021: caduti circa 20 cm con una temperatura minima di -6°C (foto di Meteo Valle d’Aosta).

 

Luca Leucci & Paolo Faggella

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