Articolo riguardante una supercella transitata sulla nostra provincia durante la giornata del 14 maggio 2016.
Il 14 maggio si è abbattuto un violento temporale sulla nostra provincia, apportando forti piogge e anche grandinate diffuse. Prima di descrivere l’evento proponiamo alcuni concetti didattici per comprendere meglio quanto scriveremo in seguito.
Il temporale che si è formato è una supercella: si tratta di una tipologia particolarmente intensa e pericolosa. Il suo updraft (ovvero la corrente ascensionale) assume non solo più moto ascendente, ma anche rotazionale, causando dunque la rotazione dell’intera struttura del cumulonembo in senso antiorario, che in questo caso viene chiamato supercella. In essa è presente una struttura particolare, il mesociclone, ovvero una depressione rotante, con diametro variabile fra 1 e 20 km. Inoltre un altro aspetto fondamentale riguarda le correnti presenti nel cumulonembo; esse sono di due tipi: ascendente e discendente. Quelle discenti (fredde) in un generico temporale fuoriescono dallo stesso, divergendo e formando un vento fresco, detto Outflow. Nel caso delle supercelle tali correnti discendenti vengono richiamate all’interno della struttura, grazie alla depressione presente (mesociclone), fino a formare una particolare nube, chiamata Wall Cloud, da cui potrà originarsi un eventuale tornado (per maggiori informazioni vedi il nostro ”Atlante dei Fenomeni Atmosferici”, nella sezione delle nubi accessorie, in particolare la voce ”Wall Cloud”. Lo trovate qui: link).
Esistono molti tipi di supercella, nel nostro caso si è trattato di una supercella classica, che è poi evoluta in una supercella HP (high precipitation). Tale tipologia genera intense precipitazioni e di solito ha una bassa velocità di traslazione. A causa dei venti molto deboli in quota spesso si possono avere intrusioni delle precipitazioni nella corrente ascensionale principale del temporale (Updraft), che a loro volta causano la morte e la dissoluzione del temporale stesso.
Per la formazione di un temporale di tale intensità è necessaria la combinazione di più fattori. Nell’immagine soprastante si nota molto bene un fronte freddo oltralpe (cerchiato in rosso), che è transitato sul Piemonte proprio nel primo pomeriggio del 14 maggio. L’aria fredda in entrata ha creato forti contrasti con la massa di aria calda e umida presente nella nostra provincia, favorendo la spinta verticale della stessa e dunque dando vita alla convezione. Secondo le previsioni dei modelli a scala locale era presente anche una discreta quantità di CAPE, ovvero energia disponibile alla convezione: più esso raggiunge valori alti, maggiore è la possibilità di avere temporali intensi, in caso di contrasti (in questo caso il fronte freddo). Qui di seguito proponiamo l’elaborazione del modello AROME 1.3 km, che mostra valori di Cape sulla nostra provincia fino a 1900-2000 (previsione confermata dal radio-sondaggio di Cuneo Levaldigi):
Un altro ingrediente fondamentale è la convergenza dei venti al suolo: essa si viene a creare quando due venti proveniente da direzioni diverse (meglio se opposte) si scontrano. Ne consegue che la massa d’aria è costretta a salire verso l’alto, andando a incrementare ulteriormente la spinta verso l’alto; salendo, essa va incontro a un raffreddamento e in un tempo successivo condenserà formando una nube. Se la spinta è molto intensa e sostenuta, si potrà avere la formazione di un temporale: la zona in cui prevale la spinta ascensionale viene chiamata ”Updraft”. Nel nostro caso la convergenza viene individuata con buona precisione dal modello AROME 1.3 km, che la localizza nei pressi della parte sud-orientale di Torino; è stata generata dallo scontro fra il ”marino” (vento da sud-est) e un vento orografico da nord-ovest. Nella foto che segue la convergenza dei venti è stata cerchiata in rosso, per una rapida individuazione:
Analisi dell’evento
Il temporale si è formato intorno alle 14.30 a nord-est di Torino e ha acquistato subito un’intensità notevole, con precipitazioni a fondoscala dal radar:
Le stazioni dell’Arpa Piemonte in zona rilevano accumuli notevoli: 60.0 mm a Poirino Banna, 41.0 mm a Santena Banna, 34.0 mm a Pralormo, 33.2 mm presso la stazione in Via della Consolata a Torino e 28.0 mm a Torino Giardini Reali. A causa delle piogge intense in così poco tempo, la Banna a Poirino subisce un repentino aumento dell’altezza del livello idrometrico, arrivando a toccare 4.20 m, come si può notare nel grafico che segue:
Sono state segnalate anche intense grandinate, in particolare nella zona sud-est della città; proponiamo due scatti che mostrano come tutte le superfici siano state imbiancate a causa della violenta grandinata:
Molto suggestiva la foto scattata dall’utente ”Unlimited” del forum meteonetwork, raffigurante un funnel (tentativo di formazione di un tornado) nei pressi di Cambiano (TO):
Molto probabilmente già ancora prima di lasciare la città di Torino, la cella è evoluta in una supercella classica. Il temporale successivamente entra nella nostra provincia, colpendo i comuni al confine con il torinese e spostandosi con moto da nord-ovest verso sud-est. Al radar inoltre è visibile anche una leggera deviazione rispetto al flusso dominante dei venti in quota (da nord-ovest a sud-est appunto), altro indizio che conferma che si tratta di una supercella. Di seguito mostriamo l’intera sequenza del percorso del temporale, dal momento in cui entra nella nostra provincia, fino agli ultimi rovesci che interessano le zone meridionali, quando ormai il temporale si stava dissolvendo. Da notare anche come vi siano più temporali e all’interno di essi è inserita la supercella che vi stiamo descrivendo.
Durante il percorso, il temporale è evoluto in una supercella HP (vedi sopra per informazioni a riguardo) e ha cominciato a perdere intensità proprio su Asti. La grandine ha interessato buona parte dei comuni a nord della città, fino a Serravalle (AT, a 7 km da Asti), con accumuli anche notevoli. La foto che segue è stata scattata a Cortandone (AT) intorno alle 20 e mostra i notevoli accumuli di gradine, nonostante il temporale fosse transitato ormai da 4 ore:
Per quanto riguarda gli accumuli delle centraline Arpa in provincia, il dato più alto si registra a Montechiaro con 27.4 mm caduti, seguono 14.2 mm a San Damiano e 13.8 mm a Castell’Alfero. Dalla rete Agrometeo i dati maggiori si registrano a Nizza Monferrato con 9.0 mm e a Mombaruzzo con 8.2 mm, mentre fra le stazioni meteo amatoriali in provincia risaltano i 25.9 mm a Cortandone e 13.7 mm a Piovà Massaia. Raggiunto il capoluogo, la cella aveva ormai perso molta potenza, dunque gli accumuli risultano decisamente inferiori:
- 7.8 mm presso la stazione meteo dell’Arpa Piemonte Asti nord
- 5.2 mm presso la stazione meteo Agrometeo in zona nord
- 5.6 mm presso la stazione meteo dell’Arpa Piemonte Asti Tanaro
- 8.2 mm all’osservatorio a 500 m da Viatosto
- 7.3 mm all’osservatorio nel quartiere Don Bosco
- 5.1 mm presso la stazione meteo amatoriale in zona Borbore
- 7.0 mm ad Asti est
Tuttavia il temporale è fin da subito molto scenico, presentando una bellissima Shelf Cloud, una nube a mensola, che precede le precipitazioni, trovandosi poco prima di esse e sulla direzione avanzante del temporale. Ecco un nostro scatto realizzato dalla chiesa di Viatosto (foto Paolo Faggella), poco prima dell’arrivo dei rovesci:
Le foto che seguono sono sempre state scattate da noi, ma da Bricco Giberto, pochi chilometri a nord della chiesa di Viatosto (foto di Luca Leucci). In questo primo scatto si può notare una particolare formazione al di sotto della Shelf Cloud: un Lowering. Esso consiste in un piccolo abbassamento nuvoloso attaccato alla base del cumulonembo (in questo caso della Shelf Cloud) e indica la presenza di una forte corrente ascensionale (updraft). Si forma grazie al risucchio di aria, sia calda, sia fredda. L’aria fredda, in quanto tale, condensa a un’altezza minore rispetto a quella calda e permette la formazione del Lowering stesso.
Questa foto ritrae invece un’altra cella a est, con un notevole muro di precipitazioni; anch’essa è provvista di una Shelf Cloud, che forma un tutt’uno con quella della cella che stiamo analizzando nell’articolo:
Questo scatto infine mostra la Shelf Cloud ormai vicina, ma in fase di dissoluzione:
Gli scatti che seguono sono stati realizzati da Stefano Salvatore e mostrano la supercella HP in arrivo su Asti: il primo dal lago della tangenziale di Asti (verso Isola d’Asti), mentre il secondo da San Marzanotto:
Alleghiamo infine un nostro video caricato sul canale, che mostra l’avanzata della Shelf Cloud da Bricco Giberto e alcuni fulmini nube-nube e nube-suolo, ripresi dalla città durante il temporale:
Luca Leucci & Paolo Faggella
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