A distanza di un mese dalla grave alluvione che nell’ottobre 2019 aveva colpito il Basso Alessandrino (QUI la nostra analisi a riguardo), il Nord-Ovest tra il 22 ed il 24 novembre 2019 viene interessato da un nuovo evento caratterizzato da estesi fenomeni di dissesto idro-geologico e determinato da intense correnti caldo-umide di scirocco responsabili di un episodio di sbarramento orografico lungo i rilevi alpini ed appenninici dove si sono misurati fino a 400/600 mm di pioggia in 3/4 giorni. L’effetto degli abbondanti apporti pluviometrici sul territorio è stato acuito dal grado molto elevato di saturazione dei suoli, per via delle piogge cadute nei 40 giorni precedenti: così, importanti piene si sono sviluppate lungo le aste del fiume Bormida e del torrente Belbo, meno interessato il fiume Tanaro. I danni maggiori, dovuti a numerose frane ed esondazioni, si riscontrano nel bacino del Bormida: la piena del fiume ha assunto caratteristiche straordinarie con estesi allagamenti nella sezione a valle di Acqui Terme (compresa tra Cassine e la foce in Tanaro ad Alessandria) ed è stata causa di una vittima nel comune di Sezzadio. Tuttavia i danni non si sono limitati a questi settori: decine sono i fenomeni gravitativi che hanno sconvolto la viabilità tra Appennino (un frana fa crollare il viadotto della A6 Torino-Savona), Langhe e Basso Alessandrino, alcuni dei quali si erano già attivati a seguito dell’episodio del 21 ottobre e delle ripetute piogge che hanno caratterizzato le settimane successive. 

 

ANALISI SINOTTICA

Animazione delle carte dei geopotenziali a 500 hPa (scale dei colori in basso) e della pressione al livello del mare (isobare bianche) tra il 22 ed il 25 novembre 2019.

Il 22 novembre una profonda saccatura atlantica in quota collegata ad un minimo barico al suolo (980 hPa) si muove dal Golfo di Biscaglia verso il Mediterraneo. Nel suo spostamento la depressione viene rallentata da un poderoso anticiclone presente sull’Europa orientale (massimi di pressione di 1045 hPa sulla Russia), mentre nel frattempo si attivano intense correnti di scirocco nei bassi strati che dal Nord-Africa dirigono sul Nord-Ovest italiano masse d’aria miti e cariche di piogge. I rilievi delle Alpi e dell’Appennino Ligure fungono da sbarramento orografico nei confronti del flusso da sud-est, per questo l'”effetto stau” delle montagne acuisce ulteriormente le precipitazioni. Intanto, tra il 23 ed il 24 novembre, lentamente l’area depressionaria si sposta dal Golfo del Leone verso Corsica e Sardegna, va poi in cut-off e si isola nel Mar Tirreno, fino a colmarsi del tutto durante la giornata del 25 novembre.

 

ANALISI PLUVIOMETRICA

Gli acmi precipitativi si misurano proprio su quei settori direttamente esposti alle correnti in quota da sud-est: tra il 22 ed il 25 novembre sull’Appennino Ligure nel massiccio del Beigua cadono fino a 622 mm a Vara Superiore (SV, Urbe). I quantitativi maggiori si concentrano il 23, quando si rilevano 420 mm a Piampaludo, 411 mm a Vara Superiore, 383 mm a Stella Santa Giustina, 348 mm a Montenotte Inferiore e 306 mm a Sassello. Ma totali di oltre 350/400 mm si sono misurati anche sulle Alpi, seppur in maniera più localizzata: in quattro giorni cadono 456.8 mm a Piano Audi (TO, Corio) e 372.8 mm ad Oropa (BI).

Precipitazioni cumulate tra il 22 ed il 25 novembre 2019 al pluviometro di Vara Superiore nel comune di Urbe: l’intensità media oraria è molto variabile e presenta picchi di 25-35 mm/h dovuti alla risalita di rovesci di natura convettiva dal Mar Ligure (elaborazione grafica SMI-Nimbus).

Pioggia caduta il 23 novembre 2019 sul territorio ligure: i valori più elevati (colori violetto/lilla) si concentrano nell’entroterra di Savona tra le Alti Valli Orba ed Erro dove cadono 350/400 mm in 24 ore, fino a 250/300 mm (colore rosso) anche sull’Alta Valle Bormida in corrispondenza del Monte Settepani e del Colle del Melogno ed in una ristretta area nei pressi di Genova interessata da un violento temporale notturno semi-stazionario che ha scaricato 152 mm in due ore e causato l’esondazione del Rio Fegino nel quartiere Rivarolo del capoluogo genovese (elaborazione ARPAL).

Il limite della nevicate è salito fin verso 1600/1800 m in quelle zone maggiormente esposte al flusso mite sciroccale: ciò ha portato alla fusione di gran parte del manto nevoso presente in abbondanza in Appennino a seguito delle copiose nevicate dei giorni precedenti (120 cm caduti al Monte Settepani a 1375 m e 95 cm l’altezza massima raggiunta al suolo, nuovi record per novembre: QUI il nostro articolo a riguardo), tuttavia senza effetti disastrosi lungo i tratti appenninici del reticolo idrografico. Sulle Alpi in alcune valli interne la quota neve si è mantenuta più bassa, scendendo fino intorno ai 1000 m: è il caso della Val Susa dove il mattino del 24 novembre nevicava fino ad Oulx (TO, 1100 m). Questa circostanza ha aiutato a limitare i deflussi lungo i corsi d’acqua di origine alpina.

La stazione ferroviaria di Oulx (TO, 1100 m) nel pomeriggio del 24 novembre a seguito della nevicata che poche ore prima aveva depositato circa 10 cm di neve fresca (foto Paolo Faggella).

 

ANALISI IDROMETRICA E DEGLI EFFETTI SUL TERRITORIO

  • Torrente Orba

La risposta del corso d’acqua è stata particolarmente rapida a causa dell’elevato grado di saturazione dei suoli: dal 14 ottobre al 21 novembre si contano 1000/1200 mm di pioggia sulla testata di bacino. A seguito di 275 mm/12 ore (tra le 00 e le 12 del 23/11) rilevati a Piampaludo (Sassello, SV) in Alta Valle Orba, si registra un rapido incremento del livello idrometrico lungo il torrente: a Tiglieto (SV) alle ore 14 del 23/11 viene raggiunta un’altezza massima di 4.65 m (15 cm oltre il livello di pericolo), il colmo di piena transita alle 16 a Basaluzzo (AL) con 3.21 m (31 cm oltre il livello di pericolo) e alle 17 a Casal Cermelli (AL) con 5.45 m (95 cm oltre il livello di pericolo) per un tempo di ritorno inferiore ai 20 anni. La piena al colmo risulta inferiore rispetto ad altri eventi degli ultimi anni, specialmente nel tratto a valle di Basaluzzo dopo che l’Orba riceve i contributi in destra idrografica dei torrenti Stura di Ovada, Lemme e del rio Albedosa che in questo caso non hanno registrato piene significative. A Casal Cermelli si tratta della 4° piena più importante dal 1993 dopo gli eventi dell’ottobre 2019 (episodio avvenuto solo un mese prima, QUI per un confronto), ottobre 2014 e novembre 2011.

Livello idrometrico del torrente Orba a Casal Cermelli (AL): il colmo di piena transita alle ore 17 del 23 novembre con un’altezza di 5.45 m che oltrepassa abbondantemente la soglia di pericolo. Il livello raggiunto dalle acque non è tuttavia causa di particolari criticità ed è di 2 metri inferiore rispetto al massimo storico noto dal 1993 ad oggi (7.5 metri, misurato solo un mese prima nell’alluvione del 21/10/2019).

Locali esondazioni limitate alle aree golenali si riscontrano tra Capriata d’Orba e Predosa dove le acque dell’Orba fuoriuscite dall’alveo allagano un tratto della SP179.

  • Fiume Tanaro

In tre giorni cadono 200/250 mm nell’alto bacino sulle Alpi Liguri, a diminuire scendendo verso la pianura dove si contano mediamente 100/150 mm. In Alta Valle Tanaro solo per brevi momenti piove fin verso 1800/1900 m, ma generalmente la quota delle nevicate si mantiene intorno a 1500/1600 m. Questa circostanza, unita agli apporti pluviometrici moderati e privi di picchi intensi, permette deflussi più contenuti con un colmo di piena che, nel tratto a monte di Ceva, non supera la soglia di guardia. A Farigliano (CN) il 24/11 viene rilevata un’altezza al colmo di 3.81 m (19 cm centimetri al di sotto del livello di pericolo) per una portata di circa 1000 mc/sec, ad Alba l’idrometro ha dei malfunzionamenti e non rileva il colmo di piena che tuttavia viene stimato con una portata di 1500 mc/sec per un’altezza di 3.20 m. Ad Asti il Tanaro transita con un’altezza al colmo di 4.65 m e riceve i contributi di Borbore e Versa, quest’ultimo in piena ordinaria (1.53 m, 23 cm oltre la soglia di guardia). A valle di Rocchetta Tanaro il fiume incomincia ad espandersi nelle aree golenali che vengono in gran parte allagate in assenza di criticità.

Livello idrometrico del fiume Tanaro ad Asti: viene rilevata un’altezza al colmo di 4.65 m alle ore 11.30 del 24/11. Le acque superano di 65 cm il livello di guardia, ma si mantengono ancora ben al di sotto della soglia di pericolo. Da quando l’idrometro è in funzione (2004) si tratta solo della 4° piena più importante dopo quella eccezionale del novembre 2016 (7.71 m) e quelle dell’aprile 2009 (5.39 m) e novembre 2011 (4.70 m).

La piena che si sviluppa lungo l’asta del Tanaro viene valutata con un tempo di ritorno compreso tra 2 e 5 anni. Fa eccezione l’ultimo tratto del fiume, nelle sezione a valle di Alessandria e fino alla foce nel Po, dove il corso d’acqua riceve il contributo della Bormida. L’eccezionale piena di questo tributario è stata infatti responsabile di un incremento del livello delle acque fino a 7.89 m all’idrometro di Montecastello (AL), dove la portata al colmo è stata valutata in 3900 mc/sec: qui si tratta del secondo evento di piena più importante dal 1993 ad oggi, dopo l’episodio del 5/11/1994.

Livello idrometrico del fiume Tanaro a Montecastello (AL): il colmo di piena viene raggiunto con un’altezza massima di 7.89 m tra le 10 e le 13 del 24/11. 

Immagine dal satellite ESA Sentinel-1 (dotato di radar ad apertura sintetica che permette di acquisire immagini anche in condizioni di cielo notturno e/o nuvoloso), alle ore 6.30 del 25 novembre 2019: le aree più scure a valle di Rocchetta Tanaro (AT) evidenziano le acque del fiume Tanaro esondato nelle golene con estensione simile a quella raggiunta nel novembre 2016, ma battenti idrici inferiori di circa 2 metri. Si possono notare anche i residui allagamenti dovuti all’esondazione del Bormida il giorno precedente a sud di Alessandria, specialmente tra Borgoratto Alessandrino e Castellazzo Bormida.

Nelle immagini seguenti, scattate il 24 novembre 2019 da Federica Castellana, alcune vedute dell’area di confluenza tra il Tanaro ed il Bormida a valle di Alessandria tra i comuni di Pietra Marazzi e Montecastello: le acque dei due fiumi hanno inondato le ampie golene andando a circondare completamente il tratto della A21 che transita in quel punto.

  • Fiume Bormida

Sull’Appennino Ligure tutte le precipitazioni sono cadute in forma liquida: ciò ha portato alla fusione di gran parte del manto nevoso presente in abbondanza oltre gli 800/1000 m a seguito delle copiose nevicate dei giorni precedenti (120 cm caduti al Monte Settepani a 1375 m e 95 cm l’altezza massima raggiunta al suolo, nuovi record per novembre: QUI il nostro articolo a riguardo), contribuendo allo sviluppo di una piena straordinaria lungo i due rami della Bormida (la 2° più importante dal 1993 dopo il caso del 2016), di Spigno e di Millesimo, tuttavia senza effetti disastrosi lungo i tratti appenninici del reticolo idrografico. A Camerana (CN) l’altezza al colmo della Bormida di Millesimo, pari a 5.01 m, è risultata inferiore di 71 cm rispetto ai 5.72 m del 24/11/2016; a Mombaldone (AT) l’altezza al colmo della Bormida di Spigno, pari a 6.40 m, è risultata inferiore di 38 cm rispetto ai 6.78 m del 24/11/2016. E’ stata invece eccezionale e senza precedenti noti (almeno dal 1993 ad oggi) la piena che si è sviluppata lungo la Bormida riunita a valle di Acqui Terme. L’idrometro di Cassine (AL) alle ore 4 del 24/11 rileva un’altezza al colmo di 5.44 m per una portata valutata in 2300 mc/sec, valori superiori al record del novembre 2016 (5.08 m e 2110 mc/sec). L’idrometro sulla Bormida ad Alessandria rileva alle ore 8 un’altezza al colmo di 9.39 m per una portata valutata in 3100 mc/sec: qui viene superato il primato precedente (9.21 m e 3050 mc/sec) che si era misurato solo un mese prima, in occasione dell’evento del 22 ottobre 2019 (QUI per il nostro articolo a riguardo).

Livello idrometrico del fiume Bormida a Cassine (AL): alle ore 4 del 24/11 viene rilevata un’altezza al colmo di 5.44 m. Il livello raggiunto dalle acque supera di 1.64 la soglia di pericolo ed è superiore al precedente record di 5.08 m del 25/11/2016.

Livello idrometrico del fiume Bormida ad Alessandria: alle ore 8 del 24/11 viene rilevata un’altezza al colmo di 9.39 m. Il livello raggiunto dalle acque supera di 2.39 m la soglia di pericolo ed è superiore al precedente record di 9.21 m del 22/10/2019. Le piene dell’Orba prima (serata del 23/11) e quella della Bormida riunita dopo (notte-mattino del 24/11) hanno contribuito a mantenere il livello del fiume ad Alessandria per 24 ore oltre il livello straordinario di 8.5 m.

Lungo i rami di Spigno e di Millesimo della Bormida non si sono riscontrate criticità: in foto la piena del Bormida di Spigno a Carcare (SV) la sera del 23 novembre 2019: il livello delle acque è prossimo all’esondazione, tuttavia calerà nelle ore successive senza causare gravi criticità (fonte: Nimbus-SMI).

A valle di Acqui Terme la Bormida riunita è esondata lungo le aree golenali ed è stata responsabile dell’asportazione di un tratto della SP186 nel comune di Sezzadio: in questo punto si è avuta un vittima, l’unica dell’evento, travolta dalla furia delle acque mentre stava transitando con la propria automobile. Questo punto della carreggiata transita sopra un vecchio meandro della Bormida (chiamato “Bormida Morta”), ormai abbandonato dal corso d’acqua da un secolo, ma che si riattiva in occasione di piene importanti rendendo molto rischioso il transito in quel tratto della strada provinciale.

Il tratto della SP186 nel comune di Sezzadio asportato a causa della piena del Bormida che ha riattivato un vecchio meandro abbandonato (foto Gianfranca Bellardone).

Dalle immagini satellitari tratte da Google Earth è ben visibile ancora oggi il vecchio meandro del Bormida (evidenziato in rosso) che taglia un tratto della SP186 a poca distanza dall’abitato di Sezzadio.

  • Confronto con eventi passati

Un’approfondita ricerca tra le pubblicazioni degli ultimi 25/30 anni su episodi alluvionali e di dissesto idrogeologico ha permesso di ricavare, mettendoli a confronto, i massimi livelli idrometrici e le portate al colmo delle maggiori piene dal 1993 al 2019 lungo Tanaro, Bormida, Orba e Belbo in alcune sezioni significative: nella tabella in rosso vengono evidenziati i picchi raggiunti nell’evento del 23-24 novembre 2019. La piena non è stata significativa nel tratto medio-alto del Tanaro (6° evento più importante ad Alba), mentre ha assunto caratteristiche eccezionali a valle di Alessandria seppur con livelli inferiori al 1994 (2° evento a Montecastello). Lungo l’Orba nella sezione di Casal Cermelli si è trattato del 4° evento più importante così come lungo il Belbo a Castelnuovo. Lungo i rami di Millesimo e di Spigno del fiume Bormida la piena si posiziona al secondo posto come la più notevole dal 1993 dopo l’evento del novembre 2016, mentre la Bormida riunita fa registrare altezze idrometriche e portate inedite sia nella sezione di Cassine che in quella di Alessandria.

 

PRINCIPALI FENOMENI GRAVITATIVI DELL’EVENTO

Centinaia sono state le frane registrate durante l’evento, per lo più superficiali, in gran parte dovute alla saturazione dei suoli a seguito delle abbondanti precipitazioni che avevano caratterizzato le settimane precedenti: soprattutto il Basso Alessandrino appena un mese prima aveva vissuto una terribile alluvione con 400/500 mm di pioggia caduti in meno di 24 ore. Sono state proprio queste zone sul versante padano dell’Appennino, tra Acquese, Ovadese e Novese dove si è riscontrata la maggior parte dei fenomeni gravitativi.

Una frana nel comune di Melazzo interrompe la viabilità lungo una strada comunale.

Frane superficiali nel comune di Acqui Terme.

Al lavoro per mettere in sicurezza una zona nel comune di Prasco interessata da una vasta frana.

Sulle Langhe tra Valle Belbo (Santo Stefano Belbo) e Valle Bormida (Monastero Bormida) si sono riscontrate tre rilevanti frane per scivolamento planare, in alcuni casi si trattava di fenomeni gravitati che si erano già attivati in passato. Di seguito alcune fotografie effettuate da Francesco Seitone in loco.

La più vasta tra le tre frane si è attivata nel comune di Monastero Bormida (AT) dove ha coinvolto un intero versante coltivato a vite.

Frana a Santo Stefano Belbo (CN): un’abitazione è stata gravemente danneggiata.

Gravi danni alla viabilità a Vesime (AT).

L’episodio più grave si è tuttavia riscontrato nel Savonese dove una frana ha coinvolto il viadotto “Madonna del Monte” lungo la A6 tra Savona e Altare (carreggiata direzione Torino) nel primo pomeriggio di domenica 24 novembre 2019 causandone il crollo.Il collasso della struttura è avvenuto a causa di una frana di saturazione e fluidificazione della copertura eluvio-colluviale, con coinvolgimento anche di parte del substrato metamorfico a base di gneiss, dovuta alle piogge eccezionali di ottobre-novembre, 791 mm al Colle di Cadibona e 800 mm a Savona – Istituto Nautico”. Di seguito due vedute aeree dell’area della frana (foto CNR – IRPI).

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