Fine ottobre 2012: primo assaggio d’inverno (parte 1)

Alla fine della seconda decade di ottobre si intravedeva un fine mese freddo e perturbato con la possibilità di vedere la neve già bassa quota per la prima volta della stagione sul Nord-Italia. Man mano che si avvicinava questo periodo le uscite modellistiche continuavano a confermare la previsione fatta giorni prima vedendo la discesa di aria di origine artica sul Nord-Italia che avrebbe portato così la parte settentrionale della penisola da un periodo estremamente mite ad uno precocemente invernale. Quando ormai eravamo prossimi all’evento le carte migliorano evidenziando una configurazione ottimale per il Piemonte, Basso in particolare, dove la neve potrebbe scendere fino a quote quasi di pianura il 28 ottobre diventando così una giornata, se non storica, quasi. Il minimo depressionario però risulta essere troppo vicino e perciò sono scarse le precipitazioni, invece abbondanti risultano sull’Alta Lombardia dove nevica fino a bassa quota regalando paesaggi inusuali per fine ottobre.

Le prime piogge sul Nord-Ovest si hanno dalla giornata del 26 ottobre. In questo scatto del radar vediamo un sistema a V sul Mar Ligure al primo mattino che fortunatamente scarica le piogge più intense in mare, mentre in Piemonte per ora i fenomeni sono sparsi ed a carattere debole; si andranno poi ad intensificare durante la giornata. (Fonte radar: Arpa Piemonte).

Nel corso della mattinata i nuclei temporaleschi si sposteranno sulla terraferma causando gli accumuli più elevati tra il Levante Ligure e la Val Magra, nelle stesse zone interessate un anno fa dall’alluvione del 25 ottobre 2011. Spicca il dato di 272 mm accumulati a Villafranca Lunigiana (MS) tra il 26 ed il 27, oltre 180 mm a Sestri Levante (GE) nel giro di una decina di ore; questo causa vari allagamenti in paese ed un improvvisa piena del Torrente Petronio, che esonderà a Riva Trigoso (GE). Nel primo grafico vediamo l’accumulo pluviometrico a Sestri ancora in corso a metà pomeriggio, in quello successivo il notevole aumento idrometrico del Petronio che da appena 0.1 m sale fin quasi a toccare i 3 m d’altezza.

Nel frattempo nel Cuneese la neve scende fino a 1700 m in Valle Stura nonostante ci sia una temperatura di +7 ad 850 hPa (= 1400 m circa in libera atmosfera) ed il mattino successivo grazie a parziali schiarite regala stupendi paesaggi; sotto, nello scatto della nuova webcam ad Ostana (CN) a 1630 m rivolta verso il Monviso (3841 m), la neve è in contrasto con i colori autunnali della Valle Po.

Il 27 ottobre, a meno di 24 ore dall’entrata dell’aria polare, le previsioni dei LAM (Local Area Model = Modello ad area limitata) fanno ben sperare in quanto abbondanti sono le piogge previste su tutto il territorio piemontese con neve a quote quasi pianeggianti su Basso Piemonte. Meteotitano, addirittura esagerato, vedeva lo zero termico in calo fino a 400 m su gran parte del Piemonte Centrale al primo mattino e neve, come osserviamo in quest’immagine, fin sulla pianura torinese e novarese (ipotesi difficilmente realizzabile), gran parte del Monferrato e delle Langhe e 5-10 cm a Cuneo.

Le laMMa più realizzabili vedevano 7-10 cm sul capoluogo cuneese, fino a 15-20 cm sulla Collina di Torino e ben 20-30 cm tra Monregalese, Cebano e Langhe.cuneesi. (Quantitativi previsti fino alle 12 UTC del 28, perciò non totali dell’evento). Evidenziamo come non sia visto nemmeno un centimetro sull’Alta Lombardia dove invece, come vedremo dopo, le nevicate saranno davvero abbondanti.

Non andrà però così, più che altro sul Piemonte meridionale, e la “cantonata” da parte dei LAM sarà molto importante a causa di una grande sovrastima degli accumuli. Questo per la difficile previsione della posizione del minimo che si troverà troppo vicino al Cuneese e non incentrato sul Mar Ligure, ciò causa un’ombra pluviometrica su gran parte della Granda ed il resto del Basso Piemonte con buone nevicate su alte vallate cuneesi e Torinese. In quest’immagine osserviamo la distribuzione della pressione al suolo (isobare nere) e del livello di geopotenziale (tratteggio rosso) a 500 hPa alle 07 UTC (ore 8 locali) del 28 ottobre. Il minimo barico sulla Liguria di 988 hPa (la sera precedente ancora più approfondito, a 985 hPa) richiama fredde correnti attraverso la Valle del Rodano. (Fonte immagine: link).

Ecco la cronaca di questa giornata. Nel corso della serata del 27 ottobre per l’entrata dell’aria fredda fioriscono qua e la sul Nord-Ovest celle temporalesche le quali causano anche la caduta di piccola grandine e che in nottata daranno luogo a temporali nevosi sull’Alta Lombardia; in questo scatto delle 21 UTC (ore 23 locali) vediamo una cella su Cuneese all’ingresso della Valle Po, nell’Alessandrino meridionale e la prima in Lombardia nel Bergamasco.

Il tracollo termico, preceduto da un moderato episodio di foehn, si fa sentire già dalla serata, ma è più evidente in nottata prima su Torinese e Nord Piemonte. In Val di Susa la temperatura scende vertiginosamente e già alle 3 di notte si hanno i primi rovesci nevosi alternati a pioggia all’entrata della valle con circa +2°C a Rivoli (TO) a 365 m. Questa è la situazione termica al primo mattino nel Torinese secondo le stazioni amatoriali del Progetto Meteo Canavese (immagine sotto): intorno ai +6°C nel centro urbano di Torino, 1-2°C in meno sul Canavese, ma i valori più bassi si riscontrano nella bassa Val Susa dove è in atto una forte nevicata con accumuli dai 350 m fin quasi a Rivoli. Qui la temperatura calerà ulteriormente nelle seguenti ore con un intensificazione dei fenomeni. Notiamo anche valori di +3 / +3.5°C all’imbocco della Valle d’Aosta a quote comprese tra 250 e 300 m, infatti la neve in Vallè raggiungerà il capoluogo (550 m) con un leggero velo. Era dall’evento del 27 ottobre 1979 che su Piemonte e Valle d’Aosta la neve non scendeva fino a queste quote, però allora imbiancò anche parte della pianura, infatti 5 cm fu l’accumulo a Torino (250 m), poi 17 cm caddero a Cuneo (550 m) e 7 cm ad Aosta (550 m); per tutte e tre le località il maggior accumulo ottobrino da quando si rilevano dati nivometrici.

In questo scatto della webcam di Villar Focchiardo (TO) a 430 m ad una quindicina di chilometri da Susa, notiamo un’intensità forte delle precipitazioni e 2-3 cm al suolo alle ore 9. A Castello Borello (Bussoleno) a 630 m l’accumulo finale raggiungerà addirittura i 15 cm.

Anche nel resto del Torinese a quote medio-alte le nevicate sono abbondanti; questa Ala di Stura a 1010 m a metà mattinata con oltre 15 cm di neve al suolo. (Foto: Andrea Vuolo).

Nel Cuneese dove la quota neve era prevista fino a 200 m anche da Arpa Piemonte nel corso della mattinata, si è mantenuta più alta a causa delle precipitazioni anche assenti in alcune zone a causa del minimo troppo vicino, come abbiamo già visto in precedenza. Appena 1 cm a Cuneo (550 m) e poco più sulle alte Langhe a 700-800 m a fronte dei 5-10 cm attesi per il capoluogo cuneese e 15-25 cm per le colline. Sono stati invece importanti gli accumuli nelle alte vallate della Granda. Nella foto seguente scattata a Casteldelfino a 1296 m in Val Varaita sono stati misurati 43 cm a nevicata ancora in corso a metà pomeriggio anche se ormai di debole intensità. (Foto: utente Meteonetwork “lifeisnow”).

Ecco alcuni fra i dati più notevoli registrati dai nivometri automatici dell’Arpa tra il 27 ed il 28 in appena 15 ore circa di precipitazioni: Sestriere Banchetta (TO, Val Chisone) 2480 cm: 102 cm Colle dell’Agnello (TO, Val Varaita) 2685 m: 93 cm Sauze Cesana (TO) 1840 m: 87 cm Pragelato (TO, Val Chisone) 1620 m: 70 cm Rifugio Zamboni (VB, Macugnaga) 2075 m: 60 cm Acceglio (CN, Valle Maira) 1610 m: 55 cm Nel frattempo sull’Alta Lombardia, a dispetto di cosa prevedevano i LAM, le precipitazioni sono risultate forti portando la neve fino a 200 m sul fondovalle della Valtellina. Di seguito tre foto scattate a Sondrio a 290 m dove l’accumulo finale è stato di 10 cm. Le prime due quando era incominciato a nevicare da appena tre quarti d’ora intorno alle 8.30, la terza nel primo pomeriggio in uno dei momenti di massima intensità. (Foto: Fabio Pozzoni).

A quote più alte è il delirio: i primi fiocchi si hanno ad inizio nottata accompagnati localmente da lampi e tuoni ma al primo mattino Campo Tartaro (SO) a 900 m è sotto una bufera di neve a l’accumulo cresce a vista d’occhio: già alle 11 viene raggiunta l’altezza di 40 cm al suolo. (Foto: utente Meteonetwork “luigi”).

Così anche nella vicina Val Gerola; negli seguenti scatti Rasura (SO) a 910 m tra mattino e pomeriggio, eccetto la prima foto ripresa all’ingresso del paese a 800 m. (Foto: Virgilio Rava).

Alcuni accumuli rilevati da meteo-appassionati in queste zone:

  • Campo Tartano (SO, Val Tartano) 900 m: 53 cm
  • Castionetto (SO, Valtellina) 580 m: 31 cm
  • Montagna in Valtellina (SO, Valtellina) 567 m: 27 cm
  • Barzio (LC, Valsassina) 769 m: 17 cm
  • Sondrio (Valtellina) 290 m: 10 cm
  • Tirano (SO, Valtellina) 450 m: 7 cm
  • Taceno (LC, Valsassina) 551 m: 3 cm
  • Morbegno (SO, Valtellina) 230 m: 2 cm

La nevicata è storica sia sul fondovalle che a medie quote: un evento che quasi sicuramente non ha pari nell’ultimo mezzo secolo ma probabilmente per vedere un episodio simile bisogna tornare anche più indietro nel tempo. Gli abbondanti accumuli di neve a quote medio-alte hanno creato danni e disagi per la vegetazione ancora rigogliosa che ha ceduto sotto il suo peso causando interruzioni stradali e la caduta di alcuni cavi dell’alta tensione. In questa foto la Protezione Civile di Rasura al lavoro in loc. Foppa. (Foto: Virgilio Rava).

Grazie a parziali schiarite in nottata la temperatura è scesa al di sotto dello zero la mattina dopo: -1.1°C è la minima a Sondrio (290 m) e la massima non supera i +7.8°C, ciò permette alla neve di mantenersi anche sul fondovalle dove resisterà fino al pomeriggio successivo. Campo Tartano (SO, 900 m) sotterrato da mezzo metro di neve al freddo risveglio l’alba del 29 ottobre. (Foto: utente Meteonetwork “luigi”).

Uno splendido scatto del satellite NASA-TERRA sensore MODIS della mattina del 29 ottobre che mostra il Nord-Italia in parte coperto dalle nubi e le Alpi imbiancate. Osserviamo il fondovalle della Valtellina bianco dai 250 m e dai 400-450 m quello della Val di Susa. Da notare inoltre come sia priva di neve la conca di Bardonecchia, infatti il nivometro Arpa di Prerichard a 1353 m ha segnato 0 cm come accumulo del 28 ottobre.

Paolo Faggella

Add Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Vai alla barra degli strumenti