TENDENZA 18 – 26 DICEMBRE 2023

In questi giorni in pianura il clima sembra tipicamente invernale con gelate, nebbie e massime inferiori ai 10°C, ma forse qualcuno nel week-end appena concluso si è recato in montagna o ha frequentato anche solo le cime delle colline più alte, notando qualcosa di diverso a livello termico… ebbene sì, in quota la mitezza ha raggiunto cifre notevoli con lo zero termico diurno che in questa domenica 17 dicembre ha oscillato fra i 3600-3700 m di Cervino/Rosa e Bianco, fino ai 4000 m ed oltre del cuneese. Tutto questo a causa di un vasto promontorio anticiclonico che abbraccia tutte le Alpi, portando con sè mitezza estrema, mentre nei bassi strati l’inversione termica domina la scena con freddo umido, aiutata anche dal minimo di ore di luce della stagione.

La settimana pre-natalizia si aprirà con condizioni ancora molto miti in quota, che dureranno grosso modo fino a metà settimana, mentre nei bassi strati nulla cambierà, se non un aumento degli inquinanti; già solo in collina le massime potrebbero toccare anche i 15-17°C, in un dicembre che ha forse più i connotati di inizio aprile. Da mercoledì si cambia musica però, perchè l’alta pressione si ritirerà verso sud, lasciando spazio ancora una volta alle correnti da nord-ovest:

La carta postata sopra riassume perfettamente l’evoluzione che ci attende fino a Natale grosso modo, con un forte e robusto anticiclone incentrato in pieno Atlantico, il quale in parte obbligherà ed ostacolerà il flusso perturbato atlantico da NW, avvitato sui paesi scandinavi in vigorose perturbazioni sospinte da venti tempestosi. La cosa davvero notevole da segnalare è la profonda divergenza da parte dei modelli: entrambi vedono il primo calo termico di mercoledì, con precipitazioni deboli solo sui confini valdostani e forti venti da NW in quota, in grado comunque di favorire un calo delle temperature.

Successivamente le differenze sono molto pronunciate: il centro di calcolo americano vede un anticiclone ancora piuttosto ingombrante da ovest con condizioni di spiccata mitezza e poche precipitazioni sulle Alpi tra il 22 e il 26 dicembre, per via appunto dell’ostacolo creato dall’alta pressione. Il modello europeo ECMWF invece vede un anticiclone più spostato a ovest e quindi perturbazioni da NW piuttosto intense ed incisive, con fenomeni abbondanti sulla Valle d’Aosta, in particolare venerdì e poi tra domenica e lunedì.

Ad oggi difficile stabilire chi dei due vincerà tale contesa, perchè un’alta pressione così stabile in pieno atlantico non è mai un buon segno e prima o poi tornerà a farci visita; analizzando il modello europeo, riuscirebbe anche a nevicare dalle medie quota in Valle d’Aosta, dai 1000-1500 m a tratti, specie nel primo passaggio di venerdì, con l’aria mite appena più a sud tra Val Susa e Cuneese. Avete letto bene, perchè appunto l’anticiclone così vicino alle Alpi sarebbe comunque in grado di riportare mitezza pronunciata dopo il modesto calo termico mercoledì, quanto meno sulle Alpi della Val Susa e del Cuneese, che si apprestano a vivere un nuovo incubo a livello termico e nivometrico. La riattivazione del flusso da NW sicuramente creerà presupposti per nuovi venti di caduta e, data la massa d’aria calda che potrebbe ritornare dal 23-24, temperature molto miti, proprio alle porte di Natale.

Per le pianure… beh, un nulla di fatto e dopo novembre, anche dicembre si avvia alla conclusione con pochissimi mm accumulati. Sarà un problema per la prossima estate, lo spettro della siccità sta recuperando campo…

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