Dopo il più violento evento temporalesco dell’anno in Piemonte avvenuto il 21 giugno, il quale ha lasciato dietro di sè una lunga scia di danni tra Torinese ed Astigiano, si sono susseguite numerose supercelle, alcune dalle strutture spettacolari, che per fortuna non hanno provocato particolari danni fatta eccezione per rari casi come la cella sviluppatasi sulla pianura cuneese il 21 luglio che ha causato una rovinosa grandinata a Sommariva Perno nel Roero cuneese da chicchi eccezionalmente grossi. Però tra il 5 ed il 6 agosto la probabilità di vedere temporali ancora più intensi è molto alta così come la possibilità di osservare fenomeni tornadici. Le previsioni non vengono smentite e si hanno due eventi temporaleschi della stessa entità di quello della terza decade di giugno: prima il 5, con una supercella che provoca ingenti danni per una violenta grandinata sul Nord-Ovest Astigiano, e poi il 6 con un’altra che ha recato disagi, questo volta per le forti raffiche di vento, tra il Novarese ed il Varesotto.
A causare queste condizioni di spiccata instabilità è la presenza sulle Isole Britanniche di una saccatura che conivoglia aria umida da sud-ovest sulle regioni settentrionali della nostra penisola. A destra osserviamo la situazione barica a 500 hPa alle 00Z del 5 agosto, prima giornata di intensi temporali anche se il giorno migliore per vedere fenomeni violenti era quella successiva, il 6 agosto, tuttavia anche il 5 del mese riesce a produrre una supercella che creerà già molti danni. Il temporale in questione si genera non molto lontano da Torino e quando transita sopra al capoluogo piemontese lascia i primi segni del suo passaggio: 89 km/h è la velocità più elevata registrata nell’area urbana a Reiss Romoli da una stazione dell’Arpa, mentre viene raggiunto un rain rate max di 471 mm/h a Regio Parco con 23.4 mm cumulati e si hanno leggeri accumuli di grandine con chicchi non troppo grossi. In questa foto scattata in Corso Regina si notano i vigili del fuoco al lavoro per rimuovere gli alberi abbattuti dalla violenza delle raffiche di vento, i quali, cadendo su un’automobile, hanno anche causato un ferito. (Foto: La Stampa.it).
Di seguito invece uno scatto della webcam di Torinometeo posizionata a Regio Parco durante il nubifragio che mostra la visibilità notevolmente ridotta per le forti precipitazioni.
Ora alcuni video in rete che dimostrano la violenza del temporale nel capoluogo torinese.
NUBIFRAGIO SU TORINO (5 Agosto 2012)
Violentissimo nubifragio a Torino 05 08
Solamente il giorno precedente a Torino si era avuto un altro temporale meno violento che comunque aveva portato grandine secca sui quartieri del centro; questo era transitato dapprima lungo la pianura cuneese ed il Basso torinese producendo chicchi di grandine dalle dimensioni di una noce e accumuli fino a 36.4 mm a Carmagnola (TO). Sotto uno scatto del Radar del 4 agosto quando la cella temporalesca si trovava sulla città di Torino: notiamo colori a fondoscala che evidenziavano una precipitazione piuttosto intensa. (Scatto Radar: Arpa Piemonte).
Chiusa questa breve parentesi ritorniamo al temporale del 5 agosto che, dopo essere transitato sulla città torinese, si sposta lungo la sua Collina generando già violente grandinate che interessano maggiormente il comune di Rivalba. Uno scatto del Radar di Torinometeo mentre la cella temporalesca, nel frattempo evoluta in una supercella, entra nella provincia di Asti.
L’anemometro di una stazione dell’Arpa ubicata a Buttigliera d’Asti, località rimasta ai margini del temporale, segna una velocità di 67 km/h. Vedendo i danni provocati dal vento nelle zone più interessate dal temporale si può stimare che la velocità abbia raggiunto verosimilmente gli 80-90 km/h, come le raffiche avute a Torino. Questa foto scattata in loco, nel comune di Cocconato, mostra i danni alla vegetazione causati dalle raffiche di downburst.
Tutto il Nord-Ovest dell’Astigiano è stato interessato dalla cella che ha causato ingenti danni soprattutto a causa delle grandinate durate anche mezz’ora con accumuli al suolo fino a 30 cm nei due comuni più colpiti: Cocconato ed Aramengo, qui si sono avuti anche due feriti colpiti alla testa dai chicchi. Nel primo una stazione della Rete Agrometeo rileva un accumulo di 31.8 mm assieme ad un sensibile crollo termico. Le immagini pervenute sono davvero impressionanti. Ecco un breve video, ma molto significativo, girato a Cocconato che ritrae i momenti della grandinata con chicchi dal diametro di 5-6 cm perciò dalle dimensioni di un’albicocca.
5 agosto – Grandine a Cocconato
Questo testimonia come il nord della provincia di Asti ed in particolar modo il Nord-Ovest sia una zona soggetta a violenti fenomeni temporaleschi oltre a vedere questi in maggior numero che tutte le altre zone dell’Astigiano; ricordiamo che solo l’anno scorso sempre in questa zona una supercella l’8 luglio devastò Capriglio. Ora alcune immagini scattate dagli abitanti dei comuni interessati dalla grandine.
La dimensione dei chicchi ad Albugnano. (Foto: Giuseppe Febbraro).
Accumuli consistenti per le vie di Berzano San Pietro. (Foto: Manuel Carboni).
Durante il nubifragio lungo le strade di Aramengo. (Foto: Alfredo Zavagnin).
Le colline di Aramengo imbiancata dalla grandine appena dopo il temporale. Notiamo anche banchi di nebbia radente al suolo dovuta alla caduta della grandine che ha costituito uno strato freddo sul terreno. (Foto: Alfredo Zavagnin).
Dove il vento non è riuscito a scoperchiare in parte i tetti delle case, ci ha pensato la grandine che ha distrutto molte tegole: qui ad Aramengo. (Foto: Marco Ferrante).
Si tratta della più intensa grandinata di quest’anno in Piemonte e sicuramente una fra le più violente degli ultimi anni nell’Astigiano, tuttavia già il 10 luglio si era avuto un fenomeno grandinigeno simile, limitato solo al comune di Tonengo, ma sempre comunque nel Nord-Ovest Astigiano. L’ultima importante grandinata in provincia risale probabilmente al 6 luglio 2008 quando una cella produsse a Cellarengo (AT) chicchi di 5-6 cm di diametro e modesti accumuli (foto sopra, pubbl. su Nimbus n° 63-64). Il 5 maggio a Vauda Canavese (TO) ce ne fu una simile a quella del 5 agosto ma, rispetto a questa che ha interessato una vasta area, quella di maggio è stata piuttosto isolata senza causa particolari danni per i chicchi non troppo grossi, ma anche in questo caso gli accumuli sono stati rilevanti (20-30 cm). Tuttavia le dimensioni di 5-6 cm del 5 agosto vengono superati da quelli caduti a Sommariva Perno (CN) il 21 luglio dal diametro di anche 6-7 cm.
Incalcolabili sono i danni all’agricoltura: distrutte moltissime vigne, rovinati gran parte degli alberi da frutta, piante di nocciole e ancora coltivazioni di granoturco con i lori frutti danneggiati che vediamo nelle due foto sottostanti comparati (foto successiva) a delle piantagioni non colpite dalla grandine, nel comune di Asti.
Un melo gravemente danneggiato nel comune di Cocconato.
Dopo aver imperversato sul Monferrato astigiano, il temporale si sposta sulle colline alessandrine. Eloquente è lo scatto del radar a fondoscala che mostra la supercella prima che scenda in pianura e qui si dissolva.
Colpisce anche qui duramente producendo forti grandinate con accumuli. A Serralunga di Crea (AL) l’accumulo pluviometrico ha toccato i 36 mm. Di seguito due foto scattate a Cerrina Monferrato (AL) durante e dopo il violento nubifragio. (Foto: Gaspare Vapore).
Ecco la supercella, non più classica ma degenerata in HP (alta precipitazione) in discesa dalle colline alessandrine verso la pianura. (Foto: Valentina Abinanti).
Considerevoli sono le previsioni del Thuderstorm Team per il giorno successivo, il 6 agosto. Sulla cartina dell’Italia nel Nord-Ovest appare il colore giallo che sta ad indicare “rischio medio di fenomeni violenti”. Citando testualmente, ecco cosa è scritto nella legenda (riguardo al livello giallo): “presuppone qualche supercella di forte intensità (con possibilità di tornado anche di forte intensità), forti MCS, squall line di moderata intensità, forti venti associati al downdraft; possibilità di grandine fino a media dimensioni, accumuli precipitativi in grado di causare dissesti idrogeologici”.
Il primo nucleo nel pomeriggio si genera presso Santhià (VC) spostandosi poi velocemente verso E/NE transitando sulla pianura e le prime colline novaresi evolvendo in una supercella di tipo classico. Questa la vista della struttura da SW di Novara fotografata da Marko Korosec, chaser sloveno, venuto fin qui per l’eccezionalità della giornata.
109.8 km/h è la max raffica registrata dalla stazione dell’Arpa Piemonte posizionata a Cameri (NO), città dove è più evidente il passaggio della supercella; si tratta di un record da quando, nel 1988, è in funzione. Lunga è a scia di danni lungo tutta la pianura novarese da Vicolungo a Cameri, fin verso Busto Arsizio nel Varesotto, provocati da quella che erroneamente è stata definita, come spesso accade, una tromba d’aria ma in realtà si tratta solo di forte downburst (poichè non sono stati riscontrati danni riconducibili al passaggio di un tornado), ovvero una colonna d’aria fredda discendente dalla nube temporalesca che dopo aver impattato al suolo si espande in modo lineare; nulla a che vedere con il cono del tornado. (Foto: Oknovara.it).
Paolo Faggella
2 Comments
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