ANALISI SINOTTICA E SATELLITARE
Una profonda saccatura atlantica in discesa dal Nord-Europa estende le sue propaggini fin sul Mediterraneo occidentale dirigendo aria umida ed instabile sul Nord-Ovest italiano. Durante le ore pomeridiane del 9 agosto soprattutto il Piemonte centro-orientale verrà interessato dal passaggio di una linea di temporali (squall-line) in spostamento da ovest verso est. Anticipa l’arrivo del fronte perturbato un’intensa cella temporalesca che rigenererà isolata e semi-stazionaria per oltre due ore tra Valle Belbo e Bormida, grazie alla convergenza tra moderati venti di marino che soffiano da sud/sud-est dall’Appennino verso la pianura e correnti più deboli da ovest/nord-ovest. Il temporale che si sviluppa è ad asse obliquo con orientamento sud-ovest/nord-est per i venti alle alte quote che spirano in tale direzione e con la sua struttura si estende dalle Langhe cuneesi fino a nord di Alessandria.
Immagine 1: carta dei geopotenziali a 500 hPa e della pressione al livello del mare relativa alle 16 (ora locale) del 9 agosto 2018. Evidente la discesa verso il Mediterraneo di una saccatura atlantica responsabile del passaggio di un fronte perturbato sul Nord-Ovest italiano, intanto sull’Europa Orientale si elevata l’anticiclone e si riscontrano i valori pressori più elevati.
Immagine 2: ripresa satellitare (NASA-Modis) in falsi colori intorno alle ore 14 del 9 agosto 2018 con zoom sul Nord-Ovest. E’ visibile ad ovest il fronte varcare le Alpi, mentre è già in atto il temporale sul Basso Piemonte (evidenziato con due linee nere a “v”). Con “heavy rain” è stata indicata l’area dove si riscontravano le precipitazioni più intense in corrispondenza delle nuove “torri temporalesche” che continuavano a generarsi, la zona indicata con “light rain” corrisponde all’incudine del temporale al di sotto della quale i fenomeni erano deboli.
ANALISI PLUVIOMETRICA
Intorno alle 12.45 il radar registra le prime precipitazioni tra Astigiano ed Alessandrino: si è appena sviluppata una cella temporalesca isolata che ha anticipato l’arrivo del fronte perturbato vero e proprio che nel frattempo sta varcando le Alpi portando fenomeni d’intensità debole o moderata lungo i rilievi. Il temporale, nato in Valle Bormida tra Roccaverano ed Acqui Terme, si sposta ad ovest/nord-ovest verso la Valle Belbo divenendo qui semi-stazionario ed aumentando di intensità, non prima di aver scaricato 51,6 mm a Bistagno (AL), di cui 49 mm caduti in un’ora tra le 13 e le 14. Il nucleo temporalesco insiste per altre due ore sulle Langhe tra Astigiano e Cuneese concentrando le precipitazioni maggiori tra Loazzolo, Santo Stefano, Rocchetta e Cossano Belbo. Una centralina dell’ARPA Piemonte misura 106 mm nel comune di Loazzolo (AT), di cui 81,4 mm in appena un’ora (record di misura oraria e giornaliera dal 2002, precedenti: 72,4 mm/h il 25/8/2013 e 102 mm/24 h il 15/9/2006). Tuttavia le stime radar degli accumuli pluviometrici al suolo mostrano valori superiori ai 90 mm/ora tra Rocchetta e Cossano, infatti proprio tra questi due comuni si registrano le criticità maggiori.
Immagine 3: animazione della stima radar delle cumulate orarie secondo ARPA Piemonte tra le 13 e le 17 del 9 agosto 2018.
Immagine 4: stima radar (ARPA Piemonte) delle precipitazioni cumulate in un’ora tra le ore 15 e le 16 del 9 agosto 2018. Un pixel rosso indica valori pari o superiori a 90 mm in appena 60 minuti in Valle Belbo tra i comuni di Rocchetta e Cossano.
Immagine 5: animazione dell’intensità delle precipitazioni ogni 5 minuti tra le 12.45 e le 17.00 (fonte: kachelmannwetter.com). Il nucleo precipitativo appare inizialmente isolato, poi tenderà ad unirsi al resto del fronte che nel frattempo è avanzato in pianura formando una linea temporalesca sul Piemonte Centrale.
Immagine 6: accumuli misurati al suolo da vari pluviometri nell’area interessata dal temporale, notevoli le differenze in pochi chilometri. Osservando le scansioni radar è lecito ipotizzare valori ancora superiori rispetto ai 106 mm di Loazzolo tra i comuni di Rocchetta e Cossano. Il dato di Castino (30,4 mm) è probabilmente sottostimato considerando che lo strumento si trova a monte del piccolo bacino del Rio Corticelle dove si sono registrati danni importanti per l’esondazione dello stesso (vedi foto nel prossimo paragrafo).
Immagine 7: distribuzione delle precipitazioni cumulate il 9 agosto 2018 al Nord-Ovest secondo l’elaborazione radar ARPA Piemonte al confronto con le nostre previsioni per il pomeriggio/sera di quel giorno quando è transitato il fronte perturbato: l’area priva di precipitazioni degne di nota è stata ben individuata nonostante la previsione fosse piuttosto incerta.
EFFETTI SUL TERRITORIO
Le eccezionali intensità del nubifragio causano improvvise piene di fossi e rii che scendono numerosi dai ripidi versanti di queste zona delle Langhe e che normalmente hanno una portata nulla o irrisoria. La cella temporalesca, sviluppandosi con asse obliquo, nella sua fase più intensa va ad interessare per lo più le colline che fanno da spartiacque tra la Valle Bormida e la Valle Belbo. Tuttavia, se nella prima non sono segnalate criticità lungo la rete idrografica minore (visto gli apporti pluviometrici più limitati), al contrario diversi sono i danni nei piccoli bacini dei tributari del Belbo in destra idrografica. Lo stesso torrente nel suo tratto mediano subisce un repentino aumento del livello delle acque che supera ampiamente la soglia di guardia raggiungendo un’altezza di circa 4 metri all’idrometro di Santo Stefano Belbo. Scendendo verso valle, per via di apporti pluviometrici via via più ridotti l’ondata di piena tenderà a laminare e giungerà a Castelnuovo Belbo ben al di sotto del livello di attenzione.
Immagine 8: repentino aumento del livello delle acque del Belbo a seguito degli intensi nubifragi, misurato dall’idrometro ARPA Piemonte a Santo Stefano Belbo. La piena supera di circa 1,2 metri la soglia di guardia posta a 2,8 metri.
Immagine 9: veduta dalle colline di Santo Stefano Belbo verso il fondovalle dove il torrente scorre limaccioso riempiendo interamente il suo alveo (Laura Canaparo).
Immagine 10: Belbo a Santo Stefano durante il colmo di piena. E’ visibile del materiale flottante trasportato dalle acque derivante in gran parte dagli apporti dei tributari in destra idrografica.
Lungo i ristretti bacini del Rio Corticelle, compreso tra i territori di Castino e Rocchetta, e del Rio Camore, nel comune di Cossano, si registrano esondazioni dei corsi d’acqua responsabili di colate di fango, un notevole trasporto solido e di erosione del fondo stradale in alcuni punti. In particolare le immagini che giungono dal Rio Corticelle, a valle poco prima della confluenza nel Belbo, mettono in dubbio il dato registrato da una centralina della Rete Agrometeorologica posizionata a monte del bacino nel comune di Castino. Il valore di 30,4 mm infatti non spiega una tale piena del rio che è stato in grado di asportare parte del rilevato stradale. Danni anche nell’abitato di Cossano Belbo a causa del crollo della condotta sotterranea del Rio Santa Maria nei pressi delle chiesa parrocchiale: una profonda voragine si è aperta a seguito del nubifragio per l’imponente piena del corso d’acqua e due settimane dopo, in occasione di un nuovo violento temporale, si è ulteriormente allargata.
Immagine 11: i danni causati dal Rio Corticelle a confronto con un’immagine da Street View.
Immagine 12: danni provocati dal Rio Corticelle prima di sfociare nel Belbo (visibile, in piena, sull’estrema destra della foto).
Immagine 13: area interessata dall’erosione e trasporto solido del Rio Corticelle vista il giorno seguente dalla sponda opposta del Belbo, i primi escavatori sono al lavoro per ripristinare la strada comunale (foto Andrea Pia).
Immagine 14: colata di fango con trasporto solido per opera dell’esondazione del Rio Camore sulla provinciale 592 in località San Martino a monte dell’abitato di Cossano Belbo (confronto con Street View).
Immagine 15: accumulo di rami e tronchi lungo il Rio Liberdie nel comune di Castino (foto Andrea Pia).
Immagine 16: voragine in paese a Cossano Belbo a causa del crollo della condotta sotterranea del Rio Santa Maria.
Paolo Faggella
Add Comment