Dal 3 al 9 novembre 2011 la città di Asti ha visto 7 giorni di pioggia. Sul capoluogo di provincia si sono accumulati in totale tra i 130 e i 145 mm. Incominciamo ora con il descrivere le cause di questo peggioramento.

Analisi: le cause.
La causa dell’abbondante pioggia che è caduta su Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria è un profondo fronte atlantico, che è giunto sul nord-ovest a partire dalla giornata di giovedì 3 novembre. Le prime precipitazioni si sono avute sulla nostra città, a partire dalle ore centrali della giornata di giovedì 3 e si sono estese su tutta la regione entro la serata. Il fronte ha provocato un richiamo di correnti miti e umide da sud (Ostro), che sono scivolate sul letto mite e umido del Mediterraneo. Contemporaneamente l’anticiclone a est costituiva un blocco con il conseguente rallentamento del moto delle perturbazione verso est. Considerando l’entità delle piogge, era nostro dovere lanciare un allerta su zone a rischio idrogeologico, su aree esposte a smottamenti e a frane. Il maltempo è proseguito fino a mercoledì 9 novembre, a causa della ritornante del fronte: dopo una prima pausa, nella serata sono riprese le piogge insistenti su tutto il nord-ovest e la neve è scesa fin verso i 1500 m, dai 2500 m che aveva raggiunto nei giorni precedenti.

Analisi: i dati.
Già previsto largamente in anticipo, questo peggioramento ha destato subito paura e preoccupazione a causa degli accumuli di pioggia previsti in Piemonte ed in Liguria, che risultavano piuttosto elevati, perciò c’era un’alta probabilità di frane e smottamenti ed una considerevole piena dei corsi d’acqua con conseguenti esondazioni. Ora analizzeremo la situazione che si presentava in Piemonte. Nella giornata di venerdì 4 l’autorigenerante che coinvolge il genovesato, si sposta ad Ovest andando a scaricare notevoli quantità d’acqua sullo spartiacque tra la provincia di Genova ed il basso Alessandrino; spicca in particolare il dato di Rossiglione (GE), che va ad accumulare 478 mm in 12 ore. Notevoli anche i 289 mm (sempre in 12 ore) di Ovada nel basso alessandrino, che sicuramente non è abituata a tali quantitativi di pioggia in quanto, a differenza di Rossiglione, la sua media pluviometrica annuale non supera i 1000 mm. Questo provoca tra la sera del 4 e la mattina del 5 novembre, una piena dei fiumi e dei torrenti alessandrini che scendono dall’Appennino Ligure nella pianura. Sia lo Scrivia in serata, che il Torrente Orba e la Bormida nella notte del 5 novembre superano la piena straordinaria, creando in alcuni punti allagamenti ed obbligando l’evacuazione di alcune famiglie a rischio, in particolare nella parte bassa di Ovada. In questi due grafici sottostanti possiamo vedere quanto si sia alzato l’Orba, non lontano dalla confluenza con la Bormida, a Casal Cermelli, nella pianura alessandrina: ben 2.3 metri sopra la piena straordinaria, arrivando a raggiungere i 6.8 m d’altezza e con una portata di oltre 2200 m3/s, che è davvero notevole, se si considera che è uguale a quella del Po in piena a Torino.

Le due Bormide, Bormida di Spigno e Bormida di Millesimo, sono salite notevolmente. In particolare la prima, che a Piano Crixia nel Savonese ha superato di poco la piena straordinaria toccando 5.5 metri così come, non molti chilometri dopo, a Mombaldone nell’Astigiano:

Dopo che le due sono confluite in un unico fiume, la Bormida, si sono avuti gli allagamenti; in particolare nella zona di Alessandria dove questa ha superato di 1.5 metri la piena straordinaria ed ha raggiunto 8.5 metri come dimostra questo grafico, il tutto in pochissimo tempo.

E’ importante segnalare che questi fiumi e torrenti non avevano mai raggiunto altezze così elevate, nemmeno nelle alluvioni del ’94 o del 2000 quando i bacini che si ingrossarono furono altri. Hanno fatto infatti registrare la loro altezza e portata d’acqua maggiore da quando, all’inizio del 2000, sono stati posizionati i vari idrometri. Nelle due foto sottostanti l’esondazione del Bormida vicino ad Alessandria la mattina del 5 novembre.

L’accumulo più alto registrato in regione è quello di Piano Audi nel Torinese, con 668.2 mm in totale e un picco di 222.0 mm nella giornata del 6 novembre. E’ un dato notevole se si considera che non si sono avuti fenomeni temporaleschi ma solo pioggia e molto effetto stau. Questi sono stati invece gli accumuli nei vari capoluoghi piemontesi dalla stazioni meteo dell’Arpa Piemonte principali:

  • Verbania : 405.0mm
  • Cuneo : 314.4mm
  • Biella : 310.0mm
  • Novara : 230.6mm
  • Torino : 228.8mm
  • Vercelli : 164.4mm
  • Alessandria : 149.8mm
  • Asti : 137.4mm

La giornata più critica è stata domenica con la massima allerta per i bacini maggiori, quali il Po e il Tanaro. Il Pellice in provincia di Cuneo si è ingrossato parecchio, superando di quasi 1 metro la piena straordinaria a Luserna San Giovanni come dimostra questo grafico:

Poco prima su questo fiume, a Torre Pellice, è crollato un ponte:

Il Po invade i Murazzi a Torino (foto sotto), come è comunque solito fare in caso di piene straordinarie. Sale oltre questa soglia praticamente in quasi tutto il suo corso, da Carignano ad Isola di Sant’Antonio, senza però straripare in alcun punto.

Anche il Tanaro nel suo corso iniziale va in piena straordinaria, in quello finale solo in piena ordinaria ma ha destato comunque preoccupazione, essendo un bacino piuttosto grande. Per quanto riguarda il Tanaro ad Asti, si segnala che ha raggiunto un’altezza di 4.7 metri sfiorando la piena straordinaria, altezza che non si toccava dal novembre del ’94, anno dell’alluvione quando si salì ben oltre. Ha superato di mezzo metro l’altezza raggiunta nel Marzo 2011 e di un metro quella dell’Aprile 2009. Ecco un grafico che mostra l’altezza idrometrica del fiume ad Asti (il livello della piena straordinaria è stimato osservando gli altri livelli ad Alba e a Masio, visto che nel grafico dell’Arpa Piemonte non è riportato); nel pomeriggio del 6 novembre viene raggiunto quasi il massimo della sua altezza. Si può infatti notare che ha già invaso la stradina bassa adiacente al fiume normalmente asciutta.

A differenza di quanto si pensava, nelle zone di pianura non si sono avuti problemi per i corsi d’acqua minori quali torrenti e rii, questo grazie alle precipitazioni che seppur intense sono state intermittenti permettendo all’acqua di defluire meglio. Non ci sono state frane a differenza del Marzo 2011, quando in pianura, in particolare nell’Astigiano più soggetto a questi fenomeni, ce ne furono parecchie. Ne è stata segnalata solo una nell’alto Cuneese, per il resto nessun evento franoso, eccetto che sull’Appennino Ligure. Qui nell’Astigiano come sempre segnaliamo il notevole dato di Castelnuovo Don Bosco, nel nord-ovest della provincia, che ha accumulato in tutto il peggioramento ben 290.8 mm (pari a poco più di 1/3 della sua media), con un picco di 102.6 mm nella giornata di Domenica 6. Questi invece gli accumuli ad Asti registrati da vari pluviometri.

Giorno Asti-Nord (amatoriale) Asti-Nord città(amatoriale) Asti-Nord
(Agrometeo)
Asti-sud
(ArpaPiemonte)
Asti-Est
(Amatoriale)
 3/11  3.9 mm  3.5 mm  3.4 mm  5.2 mm  4.9 mm
 4/11  24.0 mm  21.3 mm  22.6 mm  25.2 mm  24.0 mm
 5/11  58.8 mm  57.8 mm  58.4 mm  54.8 mm  59.8 mm
 6/11  22.5 mm  21.0 mm  22.4 mm  18.6 mm  20.8 mm
 7/11  8.8 mm  10.3 mm  8.0 mm  8.4 mm  2.4 mm
 8/11  24.5 mm  22.3 mm  21.8 mm  23.6 mm  23.0 mm
 9/11  2.2 mm  1.5 mm  1.0 mm  1.6 mm  2.0 mm
Totale  144.7 mm  137.7 mm  140.4 mm  137.4 mm  136.9 mm

 

La quota neve per fortuna non è stata troppo alta riuscendo così a non causare i gravi problemi che invece si ebbero nel novembre del ’94. Questa volta solo inizialmente è arrivata a tratti anche fino a 2500 m, poi nell’ultima fase del peggioramento è scesa fino all’incirca a 1500 m. Al Rifugio Gastaldi (TO) 2679 m l’altezza della neve della neve ha raggiunto i 210 cm, con 190 cm freschi. In Valle d’Aosta spicca il dato del Lago Goillet, con 80 cm di neve al suolo. I fiocchi sono scesi localmente anche a 1600m, nella località di Antagnod (1650m). L’ultima fase del peggioramento si conclude con la ritornante avutasi martedì 8, che porterà un nuovo intenso temporale su Genova con accumuli di 150 mm in poche ore, facendo così crescere l’accumulo di Genova-Quezzi ad un totale di 802.7 mm, il più alto di tutto il peggioramento; comunque senza altri danni o disagi né in Liguria né in Piemonte. Si forma però nel Mediterraneo tra le Baleari e la Sardegna un Ciclone Mediterraneo denominato Rolf, già previsto con 5 giorni d’anticipo dai modelli, che si abbatterà sulle coste francesi della Provenza, dove i venti raggiungeranno i 150 km/h e si avranno intense mareggiate con onde alte fino a 6 metri. Ecco i modelli lamma e Meteociel che già venerdì 4 avevano previsto il ciclone.

Di seguito invece il ciclone visto dai satelliti:

Approfondimento alluvione a Genova, 4 novembre
Durante la notte si andrà a formare un temporale sul Levante Ligure che si sposterà verso Genova dando poi luogo al violento autorigerante, che dalle 10/11.00 si è abbattuto per ore sulla città di Genova. Questa carta ci mostra molto bene com’era la situazione con uno scirocco teso ed un canale di ventilazione assente o quasi a N, una situazione quindi molto favorevole per avere questo tipo di fenomeni.

Avrà i suoi maggiori effetti nel quartiere di Quezzi e nelle zone limitrofe sottostanti, a causa dell’esondazione del Rio Ferreggiano e del Torrente Bisagno. Nel quartiere di Quezzi è stato registrato l’accumulo più elevato: ben 450 mm circa in 5 ore con un picco massimo in un’ora di quasi 160 mm ed un rain rate massimo (il più alto della giornata in Liguria) di 586 mm/h. In tutta l’intera giornata si è avuto un accumulo complessivo di 556.5 mm, che risulta essere l’accumulo in 24 ore più alto del peggioramento ma anche dell’anno, facendo riferimento a tutt’Italia.

Sia il Torrente Bisagno che il Rio Ferreggiano sono esondati, invadendo le strade e causando maggiori danni in Via Ferreggiano ed in Via Marassi, dove si sono avute purtroppo 6 vittime. Nei seguenti grafici possiamo vedere l’altezza idrometrica del Torrente Bisagno, rilevata in due zone che distano qualche centinaio di metri fra di loro. L’acqua del fiume si è alzata in poco tempo superando la piena straordinaria. In zona Firpo, il torrente è salito fino a 4.5 metri, superando perciò di 1 metro la piena straordinaria ed allagando Corso Sardegna.

In zona Borgo Incrociati, la linea azzurra è salita a 4 metri; qualche allagamento anche in questa zona.

Ecco il temporale durante il suo sviluppo nella notte nel Levante Ligure al largo di Portofino. (Fonte: )

Questo l’autorigenerante quando si trovava sulla città di Genova. Nella prima foto si può ammirare una splendida wall cloud con in mezzo un enorme funnel che, come si può scorgere, alza l’acqua del mare. Nella seconda una tromba marina in mezzo al mare, così come nella terza anche se più ridotta, ma molto più vicina allo costa.

Nel seguente incredibile video possiamo vedere l’esondazione di quello che normalmente era un rio, nemmeno un torrente, il Rio Ferraggiano, ma che è diventato un vero e proprio fiume di fango, il quale scendeva furioso dalle montagne, invadendo tutte le strade e riprendendosi il suo corso, che era stato nascosto nel corso del tempo sotto a strade e case, intrappolando, come si vede dal video, una povera persona in macchina che per fortuna poi però si è salvata: Link.

Questa foto invece è stata scattata più a valle, alla confluenza del Ferreggiano con il Bisagno.


Paolo Faggella e Luca Leucci

Add Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Vai alla barra degli strumenti