A partire dal 23 marzo abbiamo registrato un brusco calo termico dovuto all’afflusso di aria gelida che dalla Russia ha fatto irruzione fin sul Mediterraneo interessando gran parte della penisola italiana. Le temperature massime si sono abbassate di 12/13°C rispetto rispetto alle 48 ore precedenti passando dai 20°C del 21/3 agli 8°C del 23/3 e sono poi ulteriormente diminuite il 26 marzo. In pochi giorni, da valori miti e sopra la media, siamo passati a temperature tipiche del mese di febbraio e prossime ai record di freddo degli ultimi 30 anni per la 3° decade di marzo (periodo compreso tra il 21 ed il 31 marzo).

Oggi – 26 marzo – si è registrata la giornata più fredda dell’intera stagione invernale 2019/20 sulle Langhe. Questo testimonia ancor più la straordinaria mitezza che ha contraddistinto quest’ultimo inverno, il più caldo dall’avvento delle misurazioni strumentali delle temperature (1750). Deboli gelate localmente si sono riscontrate anche a quote di medio-bassa collina sul Monferrato, in località dove si sono contate appena 3 minime negative dal novembre scorso (come mai era successo in alcun inverno precedente): è il caso di Serralunga di Crea (AL) sulle colline del Casalese a 385 m. Qui la temperatura durante l’inverno è scesa sotto lo zero solamente il 13 dicembre (-0.6°C), il 29 dicembre (-1.2°C) ed il 7 gennaio (-0.4°C): da quel giorno i valori sono rimasti sempre positivi, fino ad oggi in cui si è registrata una temperatura di -0.4°C. Per questa località si tratta probabilmente dell’episodio di gelo più tardivo dal 17/18 aprile 1991, data del famoso evento in cui la neve imbiancò le pianure del Piemonte.

Temperature minime a Serole Bric Puschera (Langa Astigiana) nella stagione invernale 2019/20: per completezza il periodo considerato va oltre il trimestre invernale ed include anche i mesi di novembre e marzo. In rosso vengono evidenziate le minime giornaliere di questi giorni: si può notare come tre dei sei valori più bassi di tutto l’inverno si siano misurati nell’ultima decade di marzo.

Questo tardivo ritorno del freddo non è stato notevole solamente in rapporto all’anomalo inverno che abbiamo vissuto, infatti considerando i dati degli ultimi trent’anni sono caduti alcuni record di freddo per la 3° decade di marzo. In Alta Langa, dal 1990 ad oggi, mai la temperatura era scesa tanto in basso nel periodo dell’anno successivo al 20 marzo: a Serole sul Bric Puschera (AT, 765 m) la minima di -4.4°C non ha precedenti per la terza decade di marzo. Degna di nota anche la temperatura massima che oggi non ha superato i -0.5°C facendo così registrare la 2° giornata di ghiaccio (temperatura massima =<0°C) più tardiva dal 1990, seconda solo al 18/4/1991.

Temperature più basse misurate a Serole Bric Puschera (AT, 765 m) dal 1990 ad oggi nel periodo compreso tra il 21 ed il 31 marzo: in rosso le temperature misurate quest’anno. Il valore di -4.4°C del 26 marzo è il più basso mai misurato in terza decade di marzo ed in generale nel periodo dell’anno successivo al 20 del mese.

Quelle elencate di seguito sono state le minime più significative misurate in quest’ondata di gelo (rete ARPA Piemonte), come si può notare i picchi più bassi si sono riscontrati in Alta Langa:

  • -5.0°C a Mombarcaro (CN, 896 m)
  • -4.6°C a Paroldo (CN, 810 m)
  • -4.4°C a Serole Bric Puschera (AT, 765 m)
  • -3.9°C a San Damiano d’Asti (AT, 154 m) e Castell’Alfero (AT, 140 m)
  • -3.7°C a Feisoglio (CN, 770 m)

Essendo quest’anno giunta la primavera con un mese di anticipo (a causa di un febbraio addirittura più caldo di quanto dovrebbe essere normalmente marzo: a Somano T media di 8.1°C contro 7.4°C attesi mediamente a marzo), in alcune zone il gelo è stato dannoso per la vegetazione in avanzato stato fenologico. Anche questi sono gli effetti del riscaldamento globale: con l’aumento medio delle temperature saranno sempre più frequenti inverni miti accompagnati dal precoce arrivo della primavera, ma continueranno gli episodi di gelo tardivo che potranno essere tanto più dannosi quanto più avanzato è lo sviluppo fenologico della vegetazione. Con ogni probabilità 30/40 anni fa temperature del genere a fine marzo difficilmente avrebbero potuto esser causa di danni, perchè il periodo che le avrebbe precedute sarebbe stato mediamente più freddo ed il risveglio della natura si sarebbe rivelato meno precoce.  

A confronto i fiori di una magnolia a pochi giorni di distanza, prima e dopo l’arrivo del gelo: a seguito di una temperatura minima di -2.9°C nella notte del 25 marzo, i petali del fiore sono stati “bruciati” dal gelo (foto Paolo Faggella).

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