Animazione delle carte dei geopotenziali (scala di colori in basso) e della pressione al livello del mare (isobare bianche) tra le 12z del 3 e le 12z del 6 gennaio 1954: un poderoso afflusso d’aria gelida dalla Scandinavia si getta nel Mediterraneo Occidentale e crea una ciclogenesi tra il Mar Ligure e la Corsica che attiva intense correnti umide meridionali foriere di precipitazioni. La neve cade abbondante in pianura con cumulate eccezionali tra Piemonte Centro-Orientale, Bassa Lombardia ed Emilia.
Evento nevoso del 4/6 gennaio 1954 – Altezze massime dello spessore della neve al suolo (HS)
- 90 cm a Piampaludo (SV, Sassello – 850 m)
- 84 cm a Ferrere d’Asti (AT, 287 m)
- 80 cm a Moncalvo (AT, 305 m)
- 76 cm al Lago di Lavagnina (AL, Casaleggio Boiro – 356 m)
- 75 cm ad Asti (128 m) (HN = 95 cm)
- 75 cm a Santa Libera (CN, Santo Stefano Belbo – 384 m)
- 70 cm a Dusino San Michele (AT, 262 m)
- 70 cm a Montechiaro d’Asti (AT, 291 m)
- 65 cm a Bubbio (AT, 269 m) e Castelnuovo Don Bosco (AT, 260 m)
- 63 cm ad Ovada (AL, 186 m)
- 62 cm a Belforte Monferrato (AL, 337 m)
- 60 cm Nizza Monferrato (AT, 140 m)
- 55 cm a Casale Monferrato (AL)*
- 48 cm a Torino (HN = 59 cm)
* = altezza della neve fresca (HN)
La copiosa nevicata ripresa in città a Torino durante la sera del 5 gennaio 1954: il manto nevoso nel capoluogo sabaudo era già prossimo ai 48 cm misurati il mattino successivo. Le nevicata, seppur abbondante, qui è stata inferiore ad altri eventi avvenuti nel Novecento (fonte: “Il Clima di Torino”).
L’evento nevoso ha apportato accumuli al suolo variabili dai 60 agli 80 cm su tutte le pianure del Basso Piemonte con altezze prossime o localmente superiori al metro a quote collinari tra Monferrato, Langhe e Roero: qui l’evento è stato caratterizzato da autentiche bufere di neve causa di accumuli eolici imponenti. I depositi di neve sono stati leggermente inferiori ma ugualmente abbondanti tra Torinese e pianure dell’Alto Piemonte, con un minimo di circa 35 cm nel Biellese. A Vercelli nella sola giornata del 5 gennaio sono caduti 45 cm: si tratta dell’accumulo più elevato in un singolo giorno nella serie storica dal 1871.
Ad Asti l’episodio nevoso non ha alcun precedente nel Novecento: all’Osservatorio meteorologico situato nel centro urbano presso il Seminario Vescovile vengono misurati 95 cm di neve fresca per 75 cm di altezza massima al suolo, caduti in quasi 48 ore consecutive di nevicata tra il mattino del 4 ed il mattino del 6 gennaio. Probabilmente si tratta della singola nevicata più abbondante in città almeno dal 1776: da allora infatti, l’unico episodio paragonabile si può individuare nel 20-22 gennaio 1805, in cui l’altezza del manto nevoso arrivò a toccare i 75 cm circa, similmente a quanto avvenuto nel gennaio 1954.
Quello raggiunto il 6 gennaio 1954 è anche di uno tra gli spessori di neve più elevati misurati in città negli ultimi 250 anni: viene infatti superata solo dalle altezze toccate il 15 gennaio 1895, 10 dicembre 1844 e 25 gennaio 1805 con rispettivamente 80, 90 e 95 cm. In tutti i tre i casi però, gli spessori sono derivati da due o più eventi, quindi l’altezza del gennaio 1954 rimane la più elevata raggiunta in un singolo evento ed in assenza di manto preesistente al suolo.
Maggiori altezze del manto nevoso raggiunte ad Asti tra il 1776 ed il 2020: la data più recente corrisponde al 6 gennaio 1954, l’unico caso in cui l’intero spessore (75 cm) è da attribuire ad una sola nevicata. Nell’Ottocento però si contano altre tre diverse occasioni in cui il manto nevoso raggiunse altezze ancora superiori: 80 cm il 15 gennaio 1895, 90 cm il 10 dicembre 1844 e 95 cm il 25 gennaio 1805, lo spessore in assoluto più elevato almeno dal 1776.
In seguito all’abbondante nevicata, grazie ai cieli sereni e alla presenza di uno spesso strato di neve al suolo (effetto albedo), si sono raggiunte punte di freddo eccezionali nel centro urbano di Asti: venne misurato un minimo di -18.2°C il 9 gennaio che rappresenta il 3° valore giornaliero più basso nella serie storica dal 1881 dopo i -19.5°C del 15 febbraio 1956 e i -19.3°C del 18 gennaio 1893. Le temperatura venne misurata in città a 20 m d’altezza dal suolo (sulla torretta del Seminario Vescovile), è possibile perciò stimare valori di gran lunga inferiori (intorno a -23/-25°C) ad altezze prossime al suolo in aree extraurbane.
Stralcio di un articolo apparso sulla Gazzetta d’Asti nel gennaio 1954: questo prezioso documento recuperato negli archivi del Seminario Vescovile di Asti ci permette di avere dati precisi riguardo l’eccezionale evento accorso nel capoluogo astigiano. All’Osservatorio Meteorologico del Seminario Vescovile, tra il 4 ed il 6 gennaio, vengono rilevati 95 cm di neve fresca ed un’altezza massima del manto nevoso di 75 cm. I giorni successivi le temperature minime sono frequentemente inferiori ai 10 gradi sotto lo zero nel centro urbano e le massime sono negative: notevoli gli estremi termici del 9 gennaio (-18.2 / -8°C).
Corso San Maurizio a Torino il 7 gennaio 1954: inizia lo sgombero della neve ghiacciata per le vie della città. Anche nel capoluogo sabaudo, similmente a quanto avvenuto ad Asti, i giorni successivi alla nevicata sono estremamente freddi e la temperatura cala fino a -17.4°C all’Istituto di Fisica (fonte: “Il Clima di Torino”).
Ecco un estratto da un articolo apparso sul quotidiano “La Nuova Stampa” in data mercoledì 6 gennaio 1954 redatto nel pomeriggio del 5 gennaio, a nevicata ancora in corso, ma
Nuove violente bufere si abbattono sul Piemonte
Dai paesi isolati partono urgenti rischieste di spazzaneve – Strade dell’Alessandrino ostruite: in città hanno lavorato solo 40 spalatori – Nel Basso Monferrato 115 cm. – Un treno deraglia nella stazione di Pinerolo: nessuna vittima
“Salvo brevissime interruzioni, la neve è caduta con eccezionale abbondanza anche per tutta la giornata di ieri [5 gennaio, ndr] sull’intero Piemonte. Ad Asti nella serata si sono misurati 65 cm, una cifra record. Dalla provincia segnalano che il comune di Vinchio è sepolto sotto un metro di neve [ * ] ed è completamente isolato. Le comunicazioni stradali con i comuni della Valle Bormida, Roccaverano, Vesime, Mombaldone, ostruiti da più di un metro di neve, sono state parzialmente ripristinate dagli spartineve. L’Asti-Acqui è interrotta presso Castelrocchero. Gli appelli urgenti che vengono rivolti all’autorità provinciale dei vari paesi di campagna richiedono spazzaneve. Il consueto mercato settimanale di Asti del mercoledì (anticipato ad oggi per la giornata festiva di domani) non ha potuto effettuarsi. Da oggi in Asti, con ogni probabilità, mancherà il latte. La Centrale non sa se domani potrà effettuare la consueta distribuzione, perché dalla provincia i produttori sono nella impossibilità di portare il latte in città.
Diverse arterie stradali dell’Alessandrino (i tratti che collegano il capoluogo con Valenza, Fubine, Ponzone, Solero e la via della Bocchetta) sono ostruite. Una decina di persone sono state medicate o ricoverate all’ospedale in conseguenza di cadute. Nonostante le ripetute ricerche da parte del municipio, soltanto 40 spalatori si sono presentati oggi per lo sgombero delle vie cittadine, che appaiono in pessime condizioni.
Nei dintorni di Casale la situazione è abbastanza grave: l’altezza della neve varia da 95 a 115 cm nel Basso Monferrato [ * ]. Un potente spartineve inviato dall’Azienda delle Strade, in aiuto a quelli già da ieri impegnati ad eliminare l’interruzione fra Mirabello e San Salvatore, non è riuscito a raggiungere la località. Da più di 59 anni non si ricordava una bufera di neve come quella odierna [qui l’articolo fa probabilmente riferimento all’evento del 13-15 gennaio 1895 in caddero 127 cm di neve fresca a Novi Ligure e l’altezza della neve raggiunse gli 80 cm ad Asti (a seguito degli eventi precedenti)].
Un vento fortissimo, insieme alla neve, ha ricominciato ad infuriare nella zona di Acqui. Le strade sono ancora costellate di automobili bloccate; i treni ritardano dai 40 ai 50 minuti. La temperatura si mantiene rigida, sui 5° sotto zero. Le conseguenze del persistente maltempo si sono fatte sentire sui mercati. In città sono scarseggiati il latte e le verdure, ed i prezzi di queste ultime hanno subito registrato una tendenza al rialzo.
Bufere nell’Ovadese, nella Valle Bormida e Valle d’Orba. Le strade per Genova ed Alessandria sono impraticabili. Sospesi tutti i servizi automobilistici. Decine di operai ed impiegati sono stati costretti a percorrere a piedi tragitti di 8-10 chilometri per raggiungere i posti di lavoro. La neve ad Ovada è alta 75 cm [in realtà presso l’osservatorio dell’Ufficio Idrografico in città viene misurata un’altezza di 63 cm]. Sui passi del Turchino e del Cremolino, 130 cm [ * ]. A Valenza se ne è misurata circa un metro: due automobili sono uscite di strada presso Pecetto rovesciandosi in una scarpata. Non si lamentano vittime.
Da Pinerolo si apprende di un incidente ferroviario: il treno Torino-Torre Pellice, in partenza da Torino alle 12,20, a causa della neve non è riuscito a frenare entrando nella stazione di Pinerolo ed ha sbattuto violentemente contro l’arresto di sicurezza, uscendo dai binari. Nessuna vittima.
Su Cuneo la neve cade da 48 ore senza un attimo di interruzione. Nel centro cittadino ha raggiunto gli 80 cm. La temperatura è molto rigida. I treni e le corriere subiscono notevoli ritardi. Sulla cerchia alpina vengono segnalate abbondanti nevicate: ma nell’alta valle Stura – fatto stranissimo – la neve è caduta in misura irrilevante. Ad Alba 65 cm di neve. Il paese di Bossolasco è senza luce. A Saluzzo 80 cm. Parecchi camion sono usciti di strada, fortunatamente senza danni alle persone. Numerosi i ricoverati all’ospedale in seguito a scivoloni. Nell’alta valle del Po e in val Varaita la neve supera il metro e mezzo. Fossano ha 65 cm di neve: gli spartineve non hanno potuto circolare che in poche vie, trainati dai mezzi cingolati messi a disposizione dalle Forze Armate.
Nel Novarese non nevica più. In città da ieri sera tutte le strade principali sono sgombere, grazie all’impiego di 600 spalatori. In provincia sono entrati in azione 30 spazzaneve, e nella serata è stata ripristinata la viabilità sulle strade secondarie. Al Comune di Novara la nevicata è costata 4 milioni. A Vercelli invece la neve continua a cadere. Alle ore 17 se ne sono misurati 50 cm. Tutti i treni sono in ritardo (sulla linea di Alessandria fino a 60 minuti). Il termometro segna zero gradi.
Nel Biellese la neve è alta 35 cm; al lago del Mucrone 45 cm. (…) Il traffico è ostacolato. Si segnalano vari incidenti. A Cossato il rimorchio di autocarro è scivolato rovesciandosi e bloccando il transito”.
[ * ] = in questo caso gli accumuli non corrispondono a reali altezza della neve, ma sono probabilmente in parte sovrastimate dall’azione eolica. In particolare, gli spessori di 95-115 cm attribuiti al Casalese, possono essere confutati grazie alle misurazioni effettuate presso un’osservatorio dell’Ufficio Idrografico nel limitrofo comune di Moncalvo (305 m) dove l’altezza della neve non ha superato gli 80 cm.
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