Animazione delle carte dei geopotenziali a 500 hPa (scala di colori in basso) e della pressione al livello del mare (isobare bianche) tra le 12z del 24/4/1972 e le 00z del 26/4/1972: un’intensa irruzione d’aria artica direttamente dal Nord-Europa interagisce con una area di bassa pressione che si estende dal Mediterraneo ai Balcani portando una fugace comparsa della neve fino in pianura sul Piemonte.

Dal volume de “Il clima di Torino” di Mercalli e Di Napoli leggiamo una precisa descrizione dell’evento nella zona del capoluogo torinese: “Una fortissima avvenzione fredda da NE sopraggiunge al mattino, arrecando vento impetuoso e la neve più tardiva con formazione di manto a Torino. Ne è responsabile l’interazione tra un anticiclone centrato a W della Scozia ed esteso al Mar Baltico e un’area ciclonica allungata dall’Italia ai Balcani”. Nella città di Torino l’altezza della neve viene misurata con costanza da oltre 230 anni: si tratta della serie nivometrica più longeva al mondo. Il 25 aprile 1972 si registra la nevicata con accumulo più tardiva almeno dal 1787 (anno di inizio della serie storica).

Animazione delle carte delle temperature a 850 hPa (1450 m circa in libera atmosfera) e della pressione al livello del mare (isobare bianche) tra le 12z del 24/4/1972 e le 00z del 26/4/1972: l’aria gelida valica le Alpi durante la giornata del 25 aprile e fa irruzione in Pianura Padana. In serata l’isoterma in quota di -2°C abbraccia tutto il Nord-Italia.

Mercalli e Di Napoli scrivono ancora: “Dopo una breve schiarita notturna, la giornata si apre con cielo coperto e pioggia dalle h 08, con temperatura di 9°C e intorno ai 7°C in alta collina; alle h 09 l’arrivo del fronte freddo si manifesta con un fortissimo vento da NE, fino a 74 km/h a Caselle (…) e a 141 km/h al Bric della Croce [Collina di Torino, 719 m] (…), la massima velocità rilevata dalla stazione (periodo esaminato 1960-2006). Insieme alla diminuzione di temperatura si manifestano alcuni rovesci anche temporaleschi nei quali la pioggia va gradualmente lasciando il posto alla neve, che in città cade dalle h 13 alle h 20 (frammista a pioggia all’inizio e nelle ultime 3 ore della precipitazione). (…) il manto nevoso è alto 3 cm in città (dove fonderà interamente a sera), tuttavia la neve bagnata e intrisa di pioggia è molto pesante e accumulandosi sulle foglie degli alberi ne spezza i rami (…). In collina si accumulano 8 cm di neve a Pino Torinese [608 m] e 14 cm al Bric della Croce [719 m]”.

La centrale Via Roma ripresa nel pomeriggio del 25 aprile 1972 sotto una fitta nevicata: la neve è umida e fa difficoltà ad accumularsi lungo le strade trafficate, ma un sottile strato è ben visibile sui tettucci delle automobili. In centro città si misurano 3 cm, caduti proprio durante le ore più calde della giornata. (Foto: Sergio Solavaggione, La Stampa).

L’evento interessa allo stesso modo anche l’Astigiano dove, tra il mattino ed il pomeriggio del 25 aprile 1972, imperversa una tempesta di pioggia, neve e vento con raffiche probabilmente intorno ai 100 km/h. Sul quotidiano “La Stampa” del 26 aprile 1972 leggiamo di uno spiacevole accaduto causato dal vento ad Asti: “Una tromba d’aria [ovviamente si tratta di violente raffiche di vento e non certo di un tornado] seguita da un nubifragio, con violenti scrosci d’acqua, grandine e neve, s’è abbattuta stamane sull’Astigiano [28.4 mm cadono ad Asti, in provincia fino a 40.4 mm a Castagnole Lanze]. Diverse persone sono rimaste ferite, di cui due in modo grave. Si temono gravi conseguenze per le colture agrarie a causa della nuova ondata di freddo. In località Palucco, un albero di 12 metri d’altezza che fiancheggiava la statale per Torino, si è schiantato al suolo ostruendo completamente la strada. Una “127” che transitava in quell’istante è stata investita dai grossi rami, la parte anteriore dell’auto è andata distrutta. Tre persone che si trovavano a bordo dell’auto sono rimaste gravemente ferite”. Di seguito una foto dell’accaduto pubblicata sul giornale:

La Stampa 25 aprile 1972 estratto

Sulla “Stampa Sera” del 26-27 aprile 1972 leggiamo ancora: “Ad Asti la temperatura è scesa a soli due gradi sopra lo zero. La neve è assai abbondante: ne risentono in modo particolare i germogli delle viti, quest’anno già in ritardo. La situazione per quanto riguarda l’agricoltura in genere è molto seria. Le frane, le alluvioni hanno distrutto molti vigneti, mentre il raccolto del grano si considera perduto per almeno il sessanta per cento. Da notare che, oltre alla nevicata, in certe zone si è abbattuta anche la grandine”.

Riguardo la nevicata tardiva, i dati ufficiali degli osservatori dell’Ufficio Idrografico del Po nell’Astigiano parlano di 5 cm caduti a Roatto (256 m) e 3 cm a Dusino San Michele (263 m). Sull’Astigiano di pianura, anche qui come a Torino, si tratta della nevicata con formazione di manto più tardiva da quando sono disponibili dati di misurazioni nivometriche (1881).

Pagina del registro ufficiale dell’osservatorio di Dusino San Michele (AT, 263 m), aprile 1972: l’osservatore segnala “neve” il giorno 25 con precipitazioni tra le ore 10 e le 6 del mattino successivo. Nella colonna in cui viene annotata l’altezza in cm della neve sul suolo viene riportato un “3”. 

In un articolo sul quotidiano de “La Stampa” leggiamo le condizioni meteorologiche in alcune località del Piemonte quel 25 aprile 1972: nevica fino in pianura solo sul Piemonte Occidentale (e Astigiano) e su tutta la regione si lamentano danni e feriti per le forti raffiche di vento che hanno sradicato numerosi alberi interrompendo la circolazione in più punti. 

A Cuneo e nelle valli: “Nuova ondata di maltempo su tutto il Cuneese: la neve è scesa sino al capoluogo imbiancando i tetti; più abbondanti le precipitazioni nelle vallate dove la coltre di neve fresca oltre i 1500 m ha superato i 20 cm obbligando gli automobilisti a mettere le catene”. L’osservatorio meteorologico di Cuneo annota 6 cm di neve fresca, l’evento tuttavia non è il più tardivo di cui si abbia conoscenza nel capoluogo: qui nevicò anche a maggio nel 1879 quando caddero ben 15 cm.

Ad Alba e sulle Langhe: “Un’eccezionale ondata di maltempo si è abbattuta oggi su tutta la zona albese. In mattinata si sono susseguiti violenti temporali, con grandine, pioggia e vento impetuoso che ha sradicato numerosi alberi e divelto cartelloni pubblicitari ed elettorali. Nel primo pomeriggio la temperatura s’è notevolmente abbassata e si è messo a nevicare abbondantemente. Sulle colline dell’Alta Langa sono all’opera i mezzi antineve poichè il manto nevoso ha raggiunto anche i 20 cm d’altezza”. Il dato riportato in questo stralcio viene confermato dalla misurazione che troviamo negli Annali dell’Ufficio Idrografico del Po, dove si segnalano 20 cm caduti a Benevello (671 m). Per le colline dell’Alta Langa si tratta con ogni probabilità dell’episodio nevoso tardivo più abbondante del Novecento.

A Bra e dintorni: “Un nubifragio, con precipitazioni nevose, ha sconvolto tutto il Braidese, arrecando ingentissimi danni. Dalle ore 13 nevica su tutta la zona e lo strato bianco nelle campagne ha raggiunto in meno di un’ora i 10 centimetri. Raffiche di vento hanno spazzato nelle prime ore del pomeriggio tutta la campagna e decine e decine di alberi di alto fusto si sono schiantati al suolo. Un vigile del fuoco (…) è stato travolto e ferito da un pioppo mentre, con altri colleghi, stava sgomberando la strada per la frazione Riva, interrotta per la caduta di numerose piante. Il vento ha sradicato interi pioppeti, per cui sono state interrotte la statale 231 per Asti, fra Bra e Cinzano d’Alba; la statale 29 Montà d’Alba-Canale-Alba; la statale 20 nel tratto tra Cavallermaggiore e Carmagnola”. Secondo l’osservatorio meteorologico al Museo Craveri di Bra cadono 6 cm in città: anche qui si tratta della nevicata più tardiva dall’inizio delle rilevazioni nel 1863.

A Pinerolo e nelle valli: “Nevica su tutte le montagne del Pinerolese. Anche in città, da mezzogiorno fin verso le due, è scesa la neve. Nella pianura un furioso temporale ha abbattuto numerosi alberi bloccando tra le altre le provinciali nel tratto Scalenghe-Cercenasco e Virle-Pancalieri, dove è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco e di volontari per sbloccare numerose auto rimaste imprigionate tra i tronchi d’albero caduti. A Prali la neve supera già i trenta centimetri, così in tutta la Val Pellice, Val Germansca e Val Chisone”.

In Val Susa: “In Valle Susa è tornato l’inverno con pioggia, neve e freddo. In alta Valle, oltre Chiomonte, nevica da mezzogiorno e sono caduti 30-40 centimetri di neve. Alle stazioni sciistiche di Sauze, Claviere, Bardonecchia, la nevicata è stata più abbondante; oltre i duemila metri sono caduti 60-70 centimetri di neve. Il traffico attraverso il valico del Monginevro è molto difficoltoso: molti automobilisti, sorpresi dal maltempo, si sono trovati a disagio ed alcuni sono finiti anche fuori strada, fortunatamente senza gravi conseguenze. Sul versante francese il traffico è rimasto interrotto più volte. In bassa Valle la nevicata è scesa fino ai 500 metri, coprendo prati e piante in fiore. In fondovalle piove intensamente dalle prime ore del mattino e, a tratti, nevica”.

A Sestriere: “Stamane al Sestriere splendeva un bel sole ma improvvisamente, verso le 10, una bufera di neve e di vento si è abbattuta sulla zona del Colle. Gli sciatori sono stati sorpresi sulle piste dalla tormenta e la visibilità molto ridotta li ha messi in difficoltà. La nevicata a raffiche era così abbondante che in poche ore ha raggiunto i 40 cm. La temperatura ha subito un improvviso abbassamento: è scesa a 7 gradi sotto zero. Gli automobilisti hanno dovuto rimettere le catene. Questa sera la bufera di neve non accenna a calmarsi”.

Paolo Faggella

 

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