E’ stato uno fra i tanti temporali che si sono formati quasi quotidianamente sull’area piemontese dall’inizio dell’ondata calda avvenuta nella seconda parte del mese di giugno che ha interessato un po’ tutta l’Italia. Questa però non si è trattata di una semplice cella temporalesca bensì di una supercella in piena regola, stile USA. La struttura del mesociclone era davvero imponente, difficile da vedere in Italia, ma sicuramente facile da osservare in America. Il temporale ha avuto genesi nei pressi di Torino per poi spegnersi nell’Alessandrino lasciando dietro di sè tra Torinese ed Astigiano una lunga scia di danni provocati dalle violentissime raffiche di vento associate alla grandine. L’evento a Torino, seppur considerevole, non è eccezionale, mentre ad Asti, dove si sono contati danni e accumuli pluviometrici ancor maggiori rispetto al capoluogo torinese, si tratta di un episodio alquanto raro tantè che potremmo quasi definirlo storico, infatti nella città astigiana i temporali non sono molto frequenti e sempre poco intensi.
La carta di GFS sopra ci mostra la situazione barica a 500 hPa alle 00Z del 21 giugno 2012: una depressione situata presso le Isole Britanniche invia un flusso d’aria umida ed instabile sud-occidentale verso l’Europa Centrale la quale coinvolge parzialmente la nostra penisola interessando il Nord-Italia; tuttavia per tale giornata non si prevedevano fenomeni temporaleschi particolarmente intensi e le possibilità che questi potessero sconfinare anche in pianura e non fossero solamente limitati alle zone alpine e pedemontane era davvero scarsa, concordi su questo sia i lam che le previsioni a cura del Thunderstorm Team. L’energia in gioco era molta grazie alle giornate precedenti molto calde e soleggiate (punte di +34 / +35°C) e alla stessa in cui si sono raggiunti valori pomeridiani superiori ai +30°C dovunque in pianura. Nella seguente immagine vediamo una cartina del Consorzio laMMa (emessa il giorno precedente) relativa alla sera del 21: il CAPE piuttosto elevato raggiungeva nel Cuneese valori di 2600/2800 J/kg.
La previsione viene in parte smentita infatti, dopo che nel tardo pomeriggio si formano i primi temporali lungo le Alpi piemontesi (fatta eccezione per il Cuneese) e valdostane e la pedemontana torinese, un nucleo temporalesco poco a NW di Torino si stacca dagli altri e piega verso SE spostandosi poi in pianura: ecco la supercella. Uno scatto del radar dell’Arpa Piemonte alle ore 19.00 (17.00 UTC) ci mostra il nucleo temporalesco a fondoscala quando punta verso la città di Torino.
La supercella si sposta velocemente ed insieme ad essa il gust front e la wall cloud: la loro avanzata è impressionante, qua vediamo la wall mentre attraversa minacciosa il capoluogo torinese (fonte foto: link).
La wall è riuscita a produrre anche un funnel proprio sopra la città (fonte foto: link).
In pochi minuti il temporale è su Torino che viene investita da una tempesta di pioggia e grandine con chicchi dal diametro di oltre 2 cm ed è il centro città ad essere la zona del capoluogo più colpita dal temporale dove si hanno raffiche di downburst fino a 75.9 km/h ed un rain rate massimo di 564 mm/h a Regio Parco, mentre l’accumulo più elevato è di 32.8 mm, registrato ai Giardini Reali. Mezz’ora basta a causare qualche allagamento e molti disagi causati dalla rottura di molti rami degli alberi alcuni dei quali proprio sradicati dalla violenza del gust front del temporale in particolare al Parco del Valentino.
La supercella si sposta velocemente verso le Colline del Po scavalcando la Collina di Torino; viene interessata la località di Pino Torinese a 608 m: qui si registra una raffica di vento massima di 76 km/h. Anche qui passando lascia il segno: in questa foto vediamo la grandinata avutasi nella cittadina di Chieri (fonte foto: link).
Successivamente scende verso il Monferrato astigiano ed una della località ad essere state più colpite è San Paolo Solbrito dove si hanno raffiche di vento che hanno raggiunto 75.8 km/h, 37.8 mm l’accumulo con un rain rate max di 360 mm/h. Ecco la sua spaventosa struttura vista dall’autostrada A26 a Felizzano, quando già le prime raffiche di vento agitavano gli alberi, in queste splendide fotografie scattate da Valentina Abinanti nel momento in cui stava per passare sopra la città di Asti (fonte foto: link).
Ad Asti il cielo diviene velocemente coperto dall’incudine del temporale e dopo poco si nota la rapidissima avanzata della wall cloud vista in queste due foto e nel video sottostante da Viatosto nella zona nord della città (foto: Paolo Faggella).
21 giugno, Asti – L’avanzamento della wall cloud prima del temporale
Il nubifragio annesso a violente raffiche di vento arriva all’improvviso, senza alcun preavviso: non qualche raffica di outflow che precedesse il temporale e nemmeno le prime goccioline, ma tutto di colpo. Secondo i dati della stazione meteo amatoriale posizionata a Viatosto, in soli 5 minuti, tra le 20.20 e le 20.25, avviene un crollo termico di ben 6°C (da +26.5°C a +20.5°C), in 20 minuti, tra le 20.20 e le 20.40, quasi di 9°C (da +26.5°C a +17.7°C). Il grafico seguente ci mostra l’andamento termico e quello del Punto di Rugiada nell’intera giornata: da una minima di +16.8°C si tocca un massima di +32.2°C; il Punto di Rugiada è molto elevato, segno che il clima è afoso: rimane sopra ai +20°C per gran parte della mattina e tutto il pomeriggio, il valore più alto si tocca in serata prima dell’arrivo del temporale con +23.2°C. Notiamo chiaramente il tracollo termico provocato dal violento temporale che ha portato sicuramente un temporaneo refrigerio dopo una giornata calda ed afosa. Dal grafico si nota che l’andamento della temperatura subito dopo il passaggio della supercella è piuttosto irregolare, questo perchè la pioggia orizzontale durante la tempesta è riuscita a penetrare attraverso i piatti dello schermo solare del termoigrometro andando momentaneamente a danneggiare il sensore della temperatura.
Il nubifragio porta valori pluviometrici impressionanti per la città di Asti: il dato ufficiale della stazione dell’Arpa nella zona nord, di cui vediamo il grafico sotto, è di 54.8 mm accumulati in soli 25 minuti, ma il valore più alto è quello della stazione amatoriale posta a soli 500 m in linea d’aria con ben 65.5 mm in 30 minuti ovvero più di quello che in media cade nell’intero mese di giugno ad Asti (media 1961-90: 52.6 mm). Può sorgere il dubbio che, vista la limitata distanza delle due stazioni, il dato della seconda possa essere leggermente sovrastimato, tuttavia altri valori nella zona nord della città sono più elevati di quello registrato dall’Arpa e vista anche l’intensità del temporale è possibile che si possano essere avute notevoli differenze anche solo in poche centinaia di metri.
Non è la grandine a far danni, infatti si hanno solo brevi momenti in cui cadono chicchi dal diametro non superiore all’1/1.5 cm, bensì la forza distruttiva delle raffiche di downburst che hanno spazzato l’intera città con velocità anche superiori ai 100 km/h (102.2 km/h il dato ufficiale dell’Arpa) fino ad un massimo di 103 km/h registrati dalla Davis nella parte est della città, stazione che si è fermata proprio nel bel mezzo del temporale (molto probabilmente a causa di questo) quando avrebbe potuto registrare qualche raffica ancora superiore a questa. Nell’ultimo aggiornamento notiamo proprio una velocità massima del vento di 95 km/h, segno che si era ancora nel clou del temporale.
Un’immagine con gli accumuli pluviometrici e la raffica di vento maggiore registrati da tutte le stazioni presenti nella città di Asti.
Uno scatto del satellite alle 20.30, orario in cui la supercella stava scatenando la sua potenza sulla città di Asti. Si notano numerosi Overshooting Top, che evidenziano temporali intensi: sono protuberanze dall’aspetto cumuliforme che compaiono sopra ad un incudine di un temporale generati da una forte corrente ascensionale, che sarà responsabile di grandinate anche intense ed è spesso associata ad un forte vento discendente.
Non molte le fulminazioni, per lo più nube-suolo, molte tuttavia dovevano essere nell’updraft del temporale.
Così si presentava il cielo a Lessolo (TO) nei pressi di Ivrea nelle ore serali, coperto dall’incudine del temporale che imperversava in pianura presentava bellissime formazioni di Cumulonimbus Mammatus (fonte foto: link).
Il violento episodio temporalesco ad Asti si conclude con un timido arcobaleno (foto: Paolo Faggella).
Andiamo ora a vedere i danni che ha provocato nel capoluogo astigiano: centinaia di alberi sradicati o spezzati, anche secolari, alcuni caduti in strada con il conseguente blocco di questa, qualche abitazione con il tetto o parte di questo scoperchiato, gravi allagamenti in tutta la città sia in strada che nei negozi del centro, strade disconnesse, segnaletica verticale abbattuta, black-out in parte della città. Secondo una prima stima i danni ammonterebbero ad oltre 500 mila euro, ma andiamo a vedere alcune foto. Le prime tre mostrano le vie del centro (Corso Alfieri nelle foto) allagate da mezzo metro d’acqua a causa della rete fognaria intasata; in periferia e nella prima campagna fuori città ad esondare sono stati i fossi ai lati della strada portando molto fango su di essa e non rendendo facile il passaggio delle automobili (fonte foto: link).
Un video girato in pieno centro cittadino subito dopo la fine del nubifragio: asti dopo nubifragio via cavour video 1 21/06/2012.MOV
Nella prima foto un tetto gravemente scoperchiato nel quartiere Praia, zona est di Asti, mentre nella seconda un altro danneggiato solo in parte a Viatosto (fonte 1° foto: link, fonte 2° foto: Paolo Faggella).
Altre immagini scattate in città il pomeriggio seguente al temporale che mostrano i numerosi alberi sradicati e i vigili del fuoco ancora al lavoro dopo una notte passata rimuovere gli alberi caduti in strada (foto: Paolo Faggella).
Il temporale dopo aver interessato il capoluogo astigiano si sposta verso SE andando pian piano ad indebolirsi fino a terminare la sua corsa nell’Alessandrino. Il paese di Cerro Tanaro viene interessato parzialmente e si registra una raffica di vento di 72.7 km/h, ma una volta entrato nelle colline delle Langhe astigiane a causare più danni non è più il vento ma piuttosto la grandine con chicchi pericolosamente grandi che vanno a rovinare moltissimi raccolti recando numerosi problema agli agricoltori della Valle Belbo. In questa sequenza del radar notiamo parte del percorso della supercella in pianura.
In questa cartina elaborata dall’Arpa Piemonte con i dati pluviometrici raccolti dalle sue stazioni automatiche osserviamo chiaramente il percorso del temporale e vediamo le precipitazioni scaricate da questo.
Infine un articolo riguardante il violento temporale, pubblicato da La Stampa sulla pagina di Asti. (Edizione 22/06/2012)
Un fenomeno del genere può essere sicuramente eccitante ed allo stesso tempo affascinante per molti di noi meteoappassionati ma non dobbiamo dimenticare la cruda realtà e cosa effettivamente può provocare un evento del genere. In questo caso sì, è stato un episodio violento ma non devastante, comunque si sono avuti purtroppo ben 6 feriti tra Torino ed Asti: 5 nella prima città tra la caduta di un controsoffitto all’Ospedale Molinette e la rottura dei vetri della chiesa della Madonna Addolorata in Piazza Zara ed 1 nella seconda a causa della caduta di un grande albero in Corso Alessandria.
Paolo Faggella & Luca Leucci
2 Comments
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