La giornata del 2 ottobre 2020 entra di diritto nella storia della climatologia piemontese: la nostra regione ha vissuto uno degli eventi pluviometrici più intensi mai registrati. Le piogge cadute in 24 ore sono state eccezionali e senza precedenti in alcune località: i nubifragi incessanti sono stati causa di estesi episodi alluvionali che hanno coinvolto, oltre che il Piemonte, anche la Liguria ed il Dipartimento francese delle Alpi Marittime (facente parte della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra). Queste sono state le zone più colpite:
- Alpi Marittime -> Valle Vermenagna: 517 mm/12 ore a monte (Limone Pancani), esondazioni in più punti dell’omonimo torrente con gravi danni all’abitato di Limone Piemonte;
- Alpi Liguri -> valli Tanaro, Corsaglia, Casotto e Mongia: 432 mm/24 ore sul Monte Berlino (Garessio, CN) sullo spartiacque tra Valle Tanaro e Valle Casotto e 355 mm/24 ore a Piaggia (CN, Alta Valle Tanaro); piena del Mongia superiore al 2016, ma inferiore lungo Corsaglia e Casotto, piena storica del Tanaro nella sezione compresa tra la sorgente e Bagnasco/Ceva e gravi danni lungo tutti i centri abitati in alta valle;
- Verbano e Vercellese -> Ossola e Valsesia: 596 mm/24 ore a Mergozzo (VB) e 556 mm/24 ore a Fobello (VC); piena straordinaria del Toce e del Sesia lungo tutto il loro corso; in Val Sesia esondazioni, gravi danni in più punti tra Borgosesia e Vercelli e ponti crollati (a Borgosesia il livello tocca 9.67 m superando di 4.17 m la soglia di pericolo);
- Imperiese -> valli Roja ed Argentina: 389.8 mm/24 ore a Poggio Fearza (IM) ed episodio alluvionale eccezionale con esondazioni, ponti crollati e diverse interruzioni di strade; alluvionata anche Ventimiglia.
Elaborazione grafica a cura di Arpa Piemonte con le piogge cumulate nella giornata del 2 ottobre 2020: da notare i picchi a fondoscala sul Verbano e nel Cuneese a confine con la Liguria ed il Dipartimento francese del Var; notevoli anche gli accumuli superiori ai 100 mm in pianura su Novarese Vercellese e Casalese e le punte di 80-100 mm sull’Astigiano.
Immagine satellitare scattata nel pomeriggio del 3 ottobre 2020 con focus sul Nord-Ovest italiano e Mar Ligure: netto è il distacco fra le acque di colore blu intenso del mare ed i contributi dei corsi d’acqua colmi di fango e detriti in discesa da Alpi Marittime e Liguri tra la Provenza e l’Imperiese.
Record più notevoli misurati nella giornata del 2 ottobre 2020:
- 634.8 mm in 24 ore a Valstrona, loc. Sambughetto (VB) nell’omonima valle: il dato sulle 24 h non ha alcun precedente a livello regionale da quando vengono effettuate misurazioni pluviometriche.
- 517 mm in 12 ore a Limone Piemonte, loc. Pancani (CN) in Alta Valle Vermenagna: il dato sulle 12 h, non solo non ha alcun precedente nella serie storica di questa località negli ultimi 30 anni, ma non trova neppure alcun riscontro considerando l’intero territorio piemontese negli ultimi ultimi 85 anni. Infatti a livello regionale questo valore risulta secondo solo ai 554.4 mm caduti il 13 agosto 1935 alla Centrale Idroelettrica di Lavagnina (comune di Casaleggio Boiro, AL) nell’evento passato alla storia come il Disastro di Molare.
- 87.4 mm in 1 giorno ad Asti: dall’inizio della serie nel 1914 ad oggi mai aveva piovuto tanto in un’unica giornata nel capoluogo astigiano.
- 112.1 mm di pioggia caduti mediamente a livello regionale secondo ARPA: il 2 ottobre 2020 diventa il giorno più piovoso dal 1958 in Piemonte (inizio della serie storica)
- 5.32 m e 5.93 m le altezze raggiunte dal Tanaro rispettivamente ad Ormea, fraz. Ponte di Nava (CN) e Garessio (CN): i livelli sono superiori ai precedenti record storici raggiunti solo quattro anni fa nell’alluvione del 2016 (4.67 m ad Ormea e 5.19 m a Garessio).
- 135.2 km/h la velocità massima del vento a Ponzone (AL) 632 m: valore senza precedenti negli ultimi 30 anni di dati.
FOTO DELL’EVENTO ALLUVIONALE NEL BACINO DEL TANARO
Val Vermenagna
Situazione critica a Limone Piemonte la mattina del 3 ottobre 2020: in frazione Limonetto a 1400 m la piena del Vermenagna ha eroso il terreno facendo crollare un’abitazione nel suo letto.
Seggiovia a Limone 1400 m completamente sommersa dal fango e detriti; in basso a sinistra spuntano i sostegni dei seggiolini coperti da due metri di fango.
Valle Casotto, Corsaglia e Mongia
La frazione di Valcasotto (Pamparato) è isolata sia dalle prime luci dell’alba a causa di una serie di smottamenti dovuti al maltempo che hanno coinvolto la strada SP178 sia in direzione Pamparato sia Garessio. In borgata Frera il torrente Casotto è esondato allagando i campi adiacenti e interessando delle abitazioni. I danni maggiori si sono però verificati in borgata Iumini, in cui un movimento franoso di ingenti dimensioni ha rovinato su una casa distruggendola in parte. Il residente, in stato di shock, è stato tratto in salvo grazie all’aiuto di alcuni compaesani. (Foto e descrizione: L’Unione Monregalese).
Qui siamo in Val Corsaglia: la furia delle acque si è portata via una lunga fetta di strada tra Corsaglia e le grotte di Bossea, prima del bivio per Prà di Roburent.
Crollata parte della provinciale che da Lisio porta a Viola: siamo in Valle Mongia, qui il torrente omonimo ha raggiunto un’altezza di 4.83 m superando ampiamente il precedente record di 4.0 m del 24 novembre 2016. (Foto: L’Unione Monregalese).
Valle Tanaro
Strada interrotta ad Ormea in frazione Ponte di Nava (CN): qui in Alta Valle Tanaro il livello del fiume ha toccato un’altezza record di 5.35 m, superando il precedente primato del 24 novembre 2016 di 4.67 m.
Tre immagini del ponte che attraversa il Tanaro nel centro storico di Garessio: la prima scattata alle 21 della serata del 2 ottobre, quando il fiume stava pericolosamente incrementando il suo livello, la seconda all’alba del 3 ottobre e la terza alle ore 10 del 3 ottobre; si nota come sia rimasta intatta solamente la struttura portante, con totale asportazione dell’illuminazione pubblica e dei parapetti a causa della forza incredibile delle acque.
Il centro storico di Garessio irriconoscibile dopo la piena notturna del Tanaro: l’acqua ha trasportato fango, detriti e tronchi, che rendono impossibile la circolazione.
Ciò che rimane dello storico ponte romano di Bagnasco la mattina del 3 ottobre 2020, profondamente danneggiato dall’alluvione.
Danni anche a Nucetto, in bassa Valle Tanaro, invaso da fango e detriti.
Ore 7.30 del 3 ottobre 2020: il Tanaro ancora ingrossato a Ceva comincia lentamente a calare, lasciandosi alle spalle danni e allagamenti; il fiume ha infatti invaso le vie della città bassa.
Bastia Mondovì all’alba del 3 ottobre 2020: la piena ha lasciato dietro di sè una lunga scia di danni con tronchi e detriti sul ponte che attraversa il paese.
LA PIENA DEL TANARO IN BASSA VALLE E IN PIANURA
Intorno a metà nottata la piena raggiunge la bassa valle con un colmo di piena di 6.72 m a Piantorre (6.74 m nel 2016), mentre alle 7 si registra la piena a Farigliano con 6.22 m (6.78 m nel 2016). Dalla tarda mattinata la piena transita lentamente verso le pianure: ad Alba si raggiunge un colmo di piena di 4.97 m alle 12, molto inferiore ai 6.14 m del 2016 e ai 6.74 m del 1994.
Ad Asti il livello del fiume Tanaro supera la soglia di pericolo toccando un’altezza di 5.54 m. Si tratta del terzo valore più elevato degli ultimi 30 anni, dopo 1994 e 2016 (4 anni fa arrivò a 7.71 m). Nei quartieri più bassi nei pressi del corso del fiume si sono registrati alcuni allagamenti di cantine e garage sotterranei a causa del rigurgito della rete fognaria, mentre una vasta area golenale in zona San Fedele è stata inondata a causa di una rotta nell’argine golenale, probabilmente derivante ancora dalla passata alluvione del novembre 2016.
Grafico dell’idrometro sul fiume Tanaro ad Asti, sito lungo il ponte di Corso Savona: la piena raggiunge un colmo di 5.54 m alle ore 17, il terzo valore più alto dal 1994.
Due nostre fotografie realizzate alle ore 15.30 presso il ponte sul Tanaro di Corso Savona: le acque turbolente e limacciose trasportano grossi tronchi e ramaglie.
Foto aeree del primo pomeriggio del 3 ottobre 2020 a cura di Marco Cane, che mostrano in modo chiaro la piena in transito proprio in quegli istanti. Da notare l’espansione delle acque verso l’area golenale antistante al villaggio San Fedele.
Nelle foto soprastanti è difficilmente visibile, ma si nota chiaramente come sulla sinistra l’acqua stia invadendo l’area golenale di fronte al villaggio San Fedele di Asti. Il motivo è da ricercare nella rottura dell’argine golenale, peraltro avvenuta nello stesso punto in cui era già stato danneggiato in occasione dell’episodio alluvionale del novembre 2016 e forse da allora non ancora completamente riparata. In questo nostro video si vede bene l’afflusso dell’acqua in un campo in area golenale tramite la falla:
Dettaglio dell’area in prossimità dell’argine danneggiato: sono indicati il percorso del Tanaro, gli argini golenali e il sito in cui è presente la falla, con conseguente afflusso di acqua nell’area golenale antistante.
Luca Leucci & Paolo Faggella
3 Comments
Buon pomeriggio. L’analisi dell’evento è come sempre sempre molto dettagliata e interessante. Complimenti! Una nota: il dipartimento francese interessato dai fenomeni distruttivi nel quale si trovano l’alta val Roia e la valle della Vesubia è il dipartimento delle Alpi Marittime (Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra).
Grazie per la precisazione, abbiamo corretto!
Complimenti per il lavoro e i dati storici.
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