Il 2022 in Piemonte: il più caldo di sempre e tra le aree più siccitose d’Europa

Nel 2022 il Nord-Ovest italiano e più nello specifico il Piemonte è stata tra le zone più siccitose dell’Europa con un deficit pluviometrico medio a livello regionale del -45% secondo ARPA Piemonte, ma con un picco locale del -66% a Torino che è stata la località dove ha piovuto meno rispetto alle precipitazioni mediamente attese (appena 310,2 mm rispetto agli 897,9 mm della media 1991-2020): qui mai prima d’ora nella lunga serie storica di dati, dal 1802 ad oggi, un anno aveva totalizzato meno di 400 mm. Questo fa capire l’entità dell’anomalia che si è distanziata nettamente da qualsiasi precedente primato fatto registrare negli ultimi due secoli. Secondo i dati dell’ARPA Piemonte invece, a livello regionale, si tratta del 2° anno più secco dopo il 2001 dall’inizio della serie storica di dati nel 1958.

Immagine 1.  Mappa europea con le anomalie pluviometriche registrate nell’anno solare 2022: ad eccezione dell’Islanda, il Nord-Ovest italiano è l’area che presenta deficit maggiori compresi tra il -30 ed il -50%. (Fonte: DWD)

Immagine 2.  I dieci anni meno piovosi a Torino dal 1802 ad oggi: il caso del 2022 con 310,2 mm è senza precedenti in due secoli ed è inferiore di quasi 100 mm rispetto al precedente primato del 1871. (Fonte: SMI-Nimbus).

Immagine 3.  Tabella con le piogge mensili cadute a livello medio in Piemonte, le relative anomalie e le relative posizioni in classifica all’interno della serie storica dal 1958 ad oggi. I deficit maggiori si riscontrano tra gennaio e marzo (tra il -90 e -69% a livello mensile), mentre l’anno a livello complessivo in regione è il 2° meno piovoso dopo il 2001 con un’anomalia del -45%. (Fonte: ARPA Piemonte).

Immagine 4.  Mappa del Piemonte con l’anomalia di precipitazione in percentuale nell’anno solare 2022: la maggior parte del territorio regionale presenta un deficit compreso tra il -40 e -50% con un picco che tocca il -66% a Torino, la località dove si riscontra il deficit maggiore. (Fonte: ARPA Piemonte).

In meteorologia esiste un parametro utile per definire il livello di siccità di una zona, si tratta dell’indice SPI (Standarized Precipitation Index): esso quantifica il deficit di precipitazione per diverse scale temporali; ognuna di queste scale riflette l’impatto della siccità sulla disponibilità di differenti risorse d’acqua. Lo SPI ha la capacità intrinseca di mostrare, ad esempio, che una certa regione sperimenti condizioni di siccità su una scala temporale e condizioni umide su un’altra. Per questo si calcolano separatamente i valori dello SPI alle differenti scale temporali (generalmente 1, 3, 6, 12 e 24 mesi). A seconda della durata del periodo temporale considerato, l’indice SPI potrà fornire informazioni utili per valutare i potenziali impatti della siccità: un SPI riferito a periodi brevi di aggregazione temporale (da 1 a 3 mesi) fornisce indicazioni sugli impatti immediati, quali quelli relativi alla riduzione di umidità del suolo, del manto nevoso e della portata nei piccoli torrenti; un SPI riferito a periodi medi di aggregazione temporale (da 3 a 12 mesi) fornisce indicazioni sulla riduzione delle portate fluviali e delle capacità negli invasi; un SPI riferito a più lunghi periodi di aggregazione temporale (oltre i 12 mesi) fornisce indicazioni sulla ridotta ricarica degli invasi e sulla disponibilità di acqua nelle falde. (Fonte: ISPRA).

Immagine 5.  Indice di siccità meteorologica (SPI) al Nord-Italia calcolato a 12 mesi tra febbraio 2022 e gennaio 2023: le esigue precipitazioni dell’ultimo mese non hanno fatto altro che mantenere sul Nord-Ovest l’indice inferiore a -2 (colore rosso scuro), il valore più basso in assoluto nella scala che indica una “siccità estrema”.

Il 2022 ha sperimentato un connubio tra siccità e mitezza senza precedenti, tanto che è stato anche l’anno più caldo mai registrato da quando esistono rilevazioni strumentali della temperatura (1753 a Torino) in Piemonte. In particolare, secondo l’ARPA Piemonte, la temperatura media a livello regionale è stata di 11,4°C e l’anomalia pari a +1,5°C sulla media 1991-2020. Pur non essendoci stati picchi di caldo da record durante l’anno, le temperature sono rimaste per lunghi periodi abbondantemente sopra la media come mai prima d’ora, rendendo così il 2022 di gran lunga l’anno più caldo di sempre.

Immagine 6.  Andamento della temperatura media giornaliera in Piemonte nel 2022 in rapporto alla media 1991-2020 (aree rosse = sopra media, aree blu = sotto media) e agli estremi dal 1958 (linea tratteggiata rossa = estremi massimi, linea tratteggiata azzurra = estremi minimi). (Fonte: ARPA Piemonte).

Immagine 7.  Andamento delle temperature medie annuali a Torino dal 1753 ad oggi: il 2022 con 16,0°C è l’anno più caldo dell’intera serie storica e supera di 0,9°C il precedente primato fatto registrare negli ultimi anni. Appare evidente la tendenza all’aumento termico, divenuta più marcata e repentina dagli anni ’80 del Novecento. (Fonte: Nimbus-SMI).

 

Focus siccità sull’Astigiano ed il territorio Patrimonio UNESCO di Langhe, Roero e Monferrato

A differenza di quanto registrato altrove in Piemonte, ad Asti e sulle Langhe il deficit pluviometrico è stato meno marcato grazie ai temporali estivi, ma questo non ha aiutato ad alleviare le condizioni di siccità presenti su pianure e colline a causa della mal distribuzione delle piogge nel corso delle stagioni e della concentrazione dei picchi maggiori in occasione di fenomeni temporaleschi estivi con rovesci di poche decine di minuti.

Immagine 8.  Grafico con l’andamento delle precipitazioni giornaliere ad Asti Vallarone nel 2022: grazie ad un’anomalia precipitativa positiva in estate (+34%), il totale annuale è pari a 499 mm ed il deficit a fine anno (-29%) è meno marcato rispetto ad altre zone del Piemonte.

Immagine 9.  Gli anni meno piovosi ad Asti centro dal 1914 ad oggi: il 2022 con 432,2 mm si posiziona solo al 13° posto ed è lontano dal record del 1965 con appena 353 mm.

Anche il territorio agricolo e viti-vinicolo di Langhe, Roero e Monferrato non è stato risparmiato dalle condizioni di marcata siccità nonostante localmente il deficit sia stato meno marcato rispetto ad altre zone del Piemonte. È possibile stimare il livello di siccità agricola attraverso il calcolo di un indice. La siccità agricola si differenzia dalla quella meteorologica in quanto tiene conto non solo dell’apporto idrico derivante da precipitazioni meteoriche, ma anche delle riserve/carenze idriche del terreno. E’ una misura, quindi, della risorsa idrica del terreno, fattore indispensabile per la crescita delle colture.

Per la sua misura viene utilizzato un indice chiamato PDSI (Palmer Drought Severity Index): esso fornisce una stima di quanto un suolo si discosti dalle sue disponibilità idriche ed è basato sul concetto di domanda-offerta nell’equazione del bilancio idrico. Tiene in considerazione, quindi, non solo della carenza di precipitazione in una certa regione, ma anche le condizioni d’umidità della regione stessa. L’indice richiede per il suo calcolo i valori di temperatura e precipitazione, nonché la capacità idrica del suolo e della climatologia locale.

Immagine 10.  L’andamento mensile del PDSI a Nizza Monferrato (AT) nel 2022: evidenti le condizioni di marcata siccità agricola che hanno caratterizzato tutto l’anno. Da quando l’ARPA Piemonte tiene conto di questo parametro (2003) per la prima volta per 8 mesi consecutivi (da aprile a novembre) l’indice ha identificato una condizione del terreno “molto secca”.

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