PM10 BEN OLTRE IL VALORE LIMITE: QUANTO CI FA MALE IL CLIMA DI QUESTI GIORNI?
PREMESSA: l’inverno quest’anno è stato asciutto qui nell’angolo occidentale della Pianura Padana, le occasioni per piogge e nevicate sono state poche. Lunghi periodi miti ed anticiclonici si sono alternati a brevi fasi più umide e fresche come è avvenuto tra la 3° decade di gennaio e la 1° di febbraio. Si è trattato di un momento di due settimane in cui si è concentrato il “vero inverno”: la neve caduta a più riprese (seppur in maniera non abbondante) e le forti gelate hanno permesso al manto nevoso di mantenersi per 17 giorni ad Asti come non accadeva dal 2012.
Ora da alcuni giorni è tornato stabile l’anticiclone sul Mediterraneo Occidentale e molto probabilmente ci terrà compagnia fino a fine mese. Queste condizioni apparentemente gradevoli (giornate soleggiate e clima mite nel pomeriggio) favoriscono le inversioni termiche con il ristagno della aria più fresca nei bassi strati dove la circolazione non è favorita per via di venti deboli o assenti: in questo modo si creano i presupposti per l’accumulo di inquinanti. L’immagine satellitare seguente (datata 16 febbraio 2019) mostra dallo spazio sopra al catino padano un’atmosfera caliginosa che denota un’aria molto inquinata: è particolare la forma arricciata che la caligine assume sul Mar Ligure una volta che ha trovato sfogo attraverso i valichi appenninici del Colle di Cadibona e del Passo del Turchino.
Il PM10 definisce l’abbondanza di particolato (inquinante) nell’aria che respiriamo: il valore limite stabilito dal d.lgs 155/2010 per la media giornaliera è di 50 µg/m³ ed il numero massimo di giorni di superamento consentito per anno civile è di 35 giorni. Ad Alessandria da inizio anno tale valore è stato superato già 30 volte (il picco si è raggiunto il 16 febbraio con un valore medio giornaliero di 103 µg/m³) e a Torino ben 45 giorni su 50 hanno misurato un valore oltre ai 50 µg/m³ (picco 136 µg/m³ il 7 febbraio).
Di seguito due immagini con la stima del PM10 elaborata da ARPA in Piemonte il 16 ed il 17 febbraio: tutte le zone di pianura risultano oltre la soglia limite dei 50 µg/m³. Per ridurre gli inquinanti basterebbero piogge, nevicate o una ventilazione un po’ sostenuta: è quello che è avvenuto sull’Alessandrino e parte dell’Astigiano il 17 febbraio, quanto deboli venti di marino soffiavano dall’Appennino disperdendo temporaneamente gli inquinanti ed abbassando il livello di PM10.
Paolo Faggella
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