Due violenti temporali semi-stazionari localizzati sul centro urbano di Asti a distanza di un anno l’uno dall’altro con dinamiche ed effetti al suolo simili: un caso o c’è una spiegazione scientifica?
Era la sera del 24 maggio 2023 quando un temporale scaricava 103 millimetri di pioggia in 2 ore: si trattava del nubifragio più forte mai registrato negli ultimi 100 anni ad Asti.
L’evento di ieri (13 maggio 2024), seppur meno intenso, ha avuto una dinamica molto simile: ancora una volta all’interno di un sistema multicellulare un nucleo temporalesco isolato si è originato sul centro urbano di Asti rimanendo semi-stazionario per circa un’ora sulla città tra le ore 21 e le 22.
Come l’anno scorso il nubifragio più intenso si è registrato in una ristrettissima area ed è stata notevole la differenza tra la pioggia caduta in centro e nelle zone di periferia nel giro di appena 2/3 chilometri in linea d’aria:
- 66,6 mm in Centro – Seminario Vescovile
- 39,5 mm in Borgo Tanaro – Corso Savona (Arpa)
- 13,2 mm in Zona nord – Ospedale
Più nello specifico, analizzando i dati del nostro osservatorio presso il Seminario Vescovile, ricaviamo che sono caduti:
- 24,6 mm/10 minuti
- 49,3 mm/30 minuti
- 61,8 mm/1 ora
- 281 mm/h come massima intensità istantanea (rain rate)
Si tratta di quantitativi in grado di mettere in crisi la rete fognaria all’interno di un tessuto fortemente urbanizzato: gli allagamenti che si sono avuti tra Via Cavour, Piazza Alfieri e Corso Gramsci sono perciò più da ricercare nell’eccezionalità dell’evento (che è già successo, ma rimane pur sempre raro) che non nell’incuria di tombini e canali.
Le similitudini tra i due eventi dimostrano come l’isola di calore di una città sia in grado di indurre una convezione “forzata” che porti allo sviluppo di una cella temporalesca proprio sull’area più urbanizzata. In presenza di aria instabile, le condizioni termo-igrometriche differenti rispetto alle vicine aree rurali (aria più calda e maggiore energia a disposizione) e l’irregolarità del tessuto urbano (che funge da forzante orografica) servono da innesco per la formazione di un cumulonembo obbligando l’aria a sollevarsi fino a raggiungere il livello di condensazione.
La nostra stazione installata nel giugno 2021 sulla vecchia torretta meteorologica del Seminario ha reso possibile una più precisa localizzazione di questi due eventi eccezionali, che altrimenti sarebbe stato impossibile registrare nel dettaglio: in futuro sarà fondamentale per comprendere meglio l’influenza dell’isola di calore sull’innesco dei temporali in città.
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