TENDENZA 4 – 12 DICEMBRE 2023

Novembre si è concluso da pochi giorni, lasciandosi alle spalle un mese caratterizzato da correnti reiterate da ovest/nord-ovest, capaci di scaricare precipitazioni abbondanti sul versante alpino estero e sulle zone di confine, Valle d’Aosta in primis: le nostre due stazioni a Courmayeur a 1700 e 2100 m hanno rilevato un totale mensile di 281 e 338 mm mensili, i quali si sono tradotti in un innevamento record in zona per novembre: nella zona del Monte Bianco si rilevano circa 140 cm al suolo a 2200, che diventano 160 a 2500 e 190 a 2800 m; lo stesso vale per la dorsale nord, dove si misurano 155 cm a 2500 m a Cervinia a 2500 m. Discorso diverso invece per il Piemonte, dove è stato un nulla di fatto su quasi tutte le aree per via delle frequenti piogge fino alle alte quote, che hanno fuso la neve caduta in precedenza, salvo aree isolate tra Alta Val Susa e nord Piemonte.

La nuova settimana si aprirà con una prima perturbazione capace di portare qualche fiocco fino in pianura e nuove nevicate copiose sull’ovest Valle d’Aosta, mentre i giorni seguenti (tra martedì e giovedì) dovrebbero trascorrere più stabili e ancora caratterizzati da condizioni fredde per via dell’aria artica giunta nel week-end; possibile un po’ di vento in quota sulle aree di confine, ma nel complesso giornate soleggiate e stabili. Osservando però i modelli, salta subito all’occhio un’evoluzione piuttosto interessante per la giornata di venerdì 8 dicembre:

L’ennesima perturbazione atlantica potrebbe essere in grado di portare precipitazioni anche sul versante sud alpino e non solo su quello nord, per via di un minimo di bassa pressione che si formerebbe tra Ligure e Alto Tirreno: si tratterebbe della ”solita” configurazione in grado di consentire finalmente pioggia e neve anche al di qua delle Alpi, configurazione però che sembra essere sparita dai radar negli ultimi anni. Dato il freddo ancora presente nei bassi strati, sarebbe altamente possibile osservare una nevicata significativa anche in pianura, specialmente sul Piemonte, e copiosa sulle aree a sud del Po, notoriamente caratterizzate da una resistenza migliore del cuscino freddo.

Sapete però benissimo che le variabili da combinare per permettere alla neve di cadere fino a bassa quota sono molto numerose. Ad oggi il rischio maggiore – come talvolta viene mostrato dai modelli – è che il minimo di bassa pressione associato alla saccatura trasli troppo velocemente verso sud-est e dunque non attivi un richiamo meridionale significativo sul Piemonte, causando dunque un nulla di fatto o una nevicata irrisoria. Abbiamo ancora diversi giorni di attesa, per ora vi invitiamo a non credere a chi parla di ”big snow” e annuncia accumuli enormi, perchè lo fa puramente per una questione di marketing.

Passata la perturbazione dell’Immacolata, potrebbe nuovamente riprendere il flusso perturbato da ovest con precipitazioni sempre sulle medesime aree favorite a novembre, anche se probabilmente in un contesto più mite con neve dai 1000/1500 m (da confermare).

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